“Febbre da cavallo” oggi su Rai3 alle 14,30: da vedere e rivedere

Oggi sarà possibile rivedere un film divertentissimo: “FEBBRE DA CAVALLO” su Rai 3 domenica 5 settembre, alle ore 14.30.

È un film di Steno. Con Enrico Montesano, Gigi Proietti, Catherine Spaak, Mario Carotenuto, Adolfo Celi, Fernando Cerulli, Nerina Montagnani, Ennio Antonelli, Gigi Ballista, Marina Confalone, Luciano Bonanni, Renzo Ozzano, Francesco De Rosa, Maria Teresa Albani, Nikki Gentile, Aristide Caporale, Gianfranco Cardinali, Giuseppe Castellano, Elena Magoia, Fulvio Pellegrino, Valentino Simeoni, Marialuisa Traversi, Pietro Zardini Una commedia, dalla durata di 100 min. – Italia 1976.

È una divertente commedia all’italiana incentrata sul vizio del gioco e le sue varie sfaccettature.

Bruno Fioretti, detto Mandrake, si barcamena come attore e indossatore, mantenuto dalla barista Gabriella e sperpera i guadagni della compagna scommettendo sulle corse di cavalli.

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Due suoi giovani amici (il disoccupato Pomata e il guardiamacchine Felice) si danno, come lui, alle scommesse sui cavalli, ma puntano sempre su brocchi non vincenti.
Sono un trio di perdenti senza pari che cerca continuamente e disperatamente un buon colpo per sistemarsi: sperano su una scommessa che faccia vincere loro molto denaro.

Un giorno Gabriella, la fidanzata di Mandrake, gli chiede di giocarle dei soldi su tre brocchi. Mal consigliato dal suo solito amico Pomata, Mandrake punta sulla terna dei favoriti.

perde una grossa somma di denaro, mentre Gabriella, che crede di aver vinto, comincia i lavori di ristrutturazione nel suo bar.

Al trio non resta che truccare una corsa.

Il terzetto perdente finirà in tribunale, ma per fortuna, a giudicarli trovano un assiduo scommettitore.

La “mandrakata”, come la zingarata di Amici miei o il gergo fantozziano, è un neologismo diffusosi dopo il film, entrato a far parte ormai del linguaggio comune.

La commedia all’italiana, negli anni scorsi, era un esempio creativo e mai volgare di intrattenimento, che fotografava soprattutto i vizi ma anche le virtù nazionali.

Febbre da cavallo

STENO era maestro nell’abilità di modellare caratteristiche nazionalpopolari e “graffi da intellettuale” già con Totò.

Il film offre un’immagine molto realistica dei vizi e dei vizietti innocui dell’Italietta della seconda metà dei ’70, vista in modo ironico.

Dopo Risi, Salce e Monicelli, arriva con Steno una comicità meno aggressiva, più umana e vicina a noi, che mira essenzialmente a non giudicare, ma piuttosto a stemperare gli animi, senza cadere nel triviale, con una satira non troppo pungente, condotta magistralmente da un dinamico e irresistibile duo: Gigi “Mandrake” Proietti e Enrico “Pomata” Montesano.

“Essi incarnano due facce della stessa romanità squattrinata e nullafacente, perdente ma mai doma, sorretta da espedienti e sense of humour.”

Attorno ai due “sfigati” ruota un microcosmo sommerso di volti “patibolari o pittoreschi, il popolo delle sale da gioco”, che si affida alla scaramanzia e fa scommesse su cavalli e cavalieri puntualmente smentite dai fatti.

Lo spot di Proietti e il processo, con Adolfo Celi nei panni del giudice, appartengono alla storia della risata, inossidabili al logorio del tempo. I tentativi di imitazione e addirittura di revival non sono mancati, ma nessuno ha saputo riprodurre la magica combinazione di Febbre da cavallo, ignorato all’epoca della sua uscita in sala.

Nel corso degli anni la commedia è diventata un cult sulle TV private con un Fans Club a Roma e sito Internet. “Troppo forte!” direbbe Carlo Verdone.

Da vedere e rivedere.

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