23 maggio 1992: per non dimenticare

« Anche se voi vi credete assolti / Siete lo stesso coinvolti. »

(F. De André, Canzone del maggio). Non dimenticherò mai quel 23 maggio, quelle immagini alla tv, quel senso d’impotenza di fronte al male di cui siamo stati CAPACI.

Così, ciò che la nostra ignoranza dice non riguardarci, ci riguarda eccome: sta proprio lì a guardarci fino a che, da ultimo, non ci inghiotte. Insomma, come già laconicamente Leonardo da Vinci sentenziava, chi non ostacola il male comanda che si faccia.

« L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. […] La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. » (La città futura).

Alla mafia, alla corruzione contribuiamo tutti noi ogni giorno quando ce ne stiamo in silenzio davanti a un sopruso, quando mentiamo, siamo prepotenti o ci crediamo furbi.

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Contrastare il male, combatterlo con il bene è certamente possibile, anche se la cattiveria umana è maggiore di quanto immaginano i “buoni” e gli onesti, con le gambe dei quali continuano a camminare le idee di Falcone e Borsellino. Ecce Homo.

Per capire il ruolo che spetta ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella storia d’Italia dobbiamo ricordare un dato: fino alle soglie degli anni ’80, cioè 150 anni dopo la nascita della mafia, il 99% dei processi ai mafiosi si risolveva con l’assoluzione dei capi e con leggere condanne per i subalterni. Il  “maxiprocesso” invece aveva individuato e fatto condannare i vertici della mafia siciliana.

Oggi, nell’anniversario della strage di Capaci, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà all’Aula Bunker dell’Ucciardone e dopo, insieme al capo della Polizia Lamberto Giannini, deporrà una corona d’alloro nell’Ufficio scorte della caserma Lungaro, presso la lapide che ricorda i Caduti degli attentati di Capaci e via D’Amelio.

Il Presidente della Repubblica parteciperà anche ad altre iniziative, come l’inaugurazione del progetto “Spazi Capaci/Comunità Capaci”, voluto dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione: un piano di design sociale curato da Alessandro de Lisi e che ha il patrocinio della Polizia di Stato. Spazi Capaci vuol far tornare a vivere le città attraverso le opere in un percorso sperimentale di “memoria 4.0” che, partendo da luoghi di Palermo simbolo della vitalità della lotta civile contro la mafia, compie un viaggio attraverso tutto il Paese.

Per non dimenticare.

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