“Lettere da un Paese chiuso”: l’Italia del lockdown

“Non ci sarà più una zona rossa, non ci saranno più zona uno e zona due, ma un’Italia zona protetta. Saranno da evitare gli spostamenti salvo tre ragioni: comprovate questioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute”.

Così l’allora premier Conte annunciava, la sera del 9 marzo 2020, il lockdown per contenere la pandemia di Covid-19.

È passato un anno. Più di 100.000 morti in Italia.

Una cosa è certa: “Non è andato tutto bene”.

L’Italia è sempre più rossa, a causa delle varianti del virus che fanno salire la curva dei contagi.

Terapie intensive e ospedali in sofferenza, chiusure, restrizioni, weekend in probabile lockdown. Un’altra Pasqua di passione.

La prima vittima a Vo’ Euganeo fu Adriano Trevisan. Di molti altri non si ricorda il nome, ma la somma fa rabbrividire.

La situazione è ancora critica e drammatica.

L’unica speranza è data dai vaccini e dal loro potenziamento.

Da leggere, magari in queste serate di coprifuoco, il libro di Toni Capuozzo

“Lettere da un Paese chiuso”.

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