27 maggio 1984- Un Papa nella Città dei Papi

Chi c’era, non potrà mai dimenticare la storica visita di Giovanni Paolo II a Viterbo il 27 maggio del 1984.

“Valeva la pena per un Papa venire a Viterbo”.

Sono trascorsi 37 anni dalla sera in cui papa Giovanni Paolo II, oggi Santo, pronunciò questa frase dalla finestra di Palazzo dei Priori, incantato dinanzi alla Macchina di Santa Rosa, Spirale di fede, che quel 27 maggio del 1984 fu eccezionalmente trasportata per le vie di Viterbo, proprio in onore della visita del Pontefice.

Queste le parole che pronunciò riferendosi alla nostra Rosina:” In Santa Rosa vediamo l’esempio di generosa e totale adesione alla chiamata divina. Nella sua pur breve esistenza, l’eroica convinzione con la quale essa seppe accogliere nella sua vita la parola di Dio ci rende consapevoli del grado e dell’intensità con cui visse la sua fedeltà incondizionata a Dio.

papa giovanni paolo II a Viterbo 6

Ammirevole è in questa giovane la professione pubblica della sua fede: un atteggiamento che denota in lei quella dedizione al bene comune della società e della Chiesa, che costituisce una delle componenti essenziali dell’amore cristiano verso il prossimo, fondato, come sappiamo, sull’ascolto e la pratica della volontà divina. È infatti dalla sua intimità con Cristo Signore, e dalla disponibilità al suo Spirito, che Rosa trasse quella mirabile sapienza e fortezza, che le consentirono di svolgere il suo apostolato, nonostante le difficoltà e le opposizioni che essa incontrò.”

Il Santo Padre andò a visitare anche i detenuti nel carcere di Viterbo, ai quali disse, fra l’altro: “La mia prima parola, appena giunto in questa amata città di Viterbo, è per voi, cari fratelli e sorelle. Ho accolto volentieri l’invito rivoltomi e sono lieto di questo mio incontro con voi.

Resteremo insieme solo per pochi minuti. Lo dico con un po’ di amarezza, perché desidererei avere più tempo per fermarmi, per salutarvi singolarmente, per ascoltare anche la storia di ognuno di voi.

papa gianfranco

Mi sia consentito, almeno, rivolgere a tutti un saluto pieno di affetto, nel desiderio che esso giunga all’animo di ognuno, insieme col mio ringraziamento per avermi manifestato, con il vostro entusiasmo, che siete contenti della mia presenza. Ho ascoltato con viva emozione le sentite parole che uno di voi, a nome di tutti, mi ha rivolto: siate certi che mi resteranno scolpite nell’animo.”

Anche nell’animo dei viterbesi è rimasto scolpito quel giorno e la visita pastorale di un Papa tanto amato nella Città dei Papi.

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