“Alessio era un bambino dolce – continua Sgobba – che sorrideva alla vita, nonostante le tante difficoltà. Un giorno in allenamento vidi che aveva un gonfiore al collo e lui mi disse che era una puntura di zanzara. Purtroppo, però, non era così, era il sintomo della malattia”.
Era una giovane promessa del calcio Alessio, come ricostruisce Repubblica, e chi lo seguiva si dice sicuro che avrebbe fatto grandi cose in campo. Aveva perso la mamma quando aveva 9 anni e aveva cominciato a giocare a pallone insieme al fratello gemello in quella che è poi diventata la New Team di Leonzio Sgobba.
Una squadra che raggruppa oltre 80 ragazzi e che si allena nel campetto all’interno dell’Istituto Maria Immacolata. Alessio era la punta di diamante, l’attaccante da 30 gol. Viveva in una casa famiglia, scrive il quotidiano, ma negli ultimi 2 anni, dopo aver scoperto la malattia, le cure l’avevano portato prima a Bari, poi a Roma e infine all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto.
Alessio era anche un tifoso del Milan e, come detto, giocava nella New Team di Leonzio Sgobba. “È diventato un grande progetto di recupero dei ragazzi di strada – spiega Sgobba a Repubblica – e siamo riusciti a formare anche un gruppo di catechismo nella nostra parrocchia di Sant’Antonio, dove insieme per anni siamo arrivati addirittura a prendere i sacramenti fino alla cresima”.
Fonte: https://www.caffeinamagazine.it