Le lucciole sono parte del patrimonio naturalistico italiano, stanno però gradualmente scomparendo a causa dei pesticidi e della cementificazione.
Fino agli anni ’80 tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, comparivano, quasi per incanto, sia nelle periferie che negli spazi aperti di campagna.
Piccoli e quasi insignificanti insetti per l’assordante società attuale, che la natura ha però dotato di una caratteristica straordinaria, capace, ancora oggi, di stupire i ragazzini con il tablet in una mano e lo smartphone nell’altra. La bioluminescenza.
Che fine hanno fatto le lucciole? Le lucciole stanno veramente scomparendo? La risposta, purtroppo, è sì.
Sono in declino in molte aree del mondo, in alcune zone addirittura sono dimezzate come in Malesia e Thailandia, a causa soprattutto della deforestazione. In Europa il Paese che ha visto la diminuzione maggiore è l’Inghilterra.
Le lucciole sono l’indicatore della qualità dell’ambiente
Questi insetti (lampiridi per la precisione) sono animali tanto affascinanti quanto sensibili ai cambiamenti climatici e alla salubrità dell’aria, e dunque delicati.
Sono proprio loro infatti a segnalarci se un ambiente è “pulito” e libero da veleni.Ecco dunque che quando le vediamo sappiamo anche di trovarci sicuramente in un luogo dove non sono stati usati prodotti chimici.
La cementificazione e l’agricoltura intensiva con il conseguente uso dei pesticidi hanno eliminato le lumache e le chiocciole che sono la principale fonte di nutrimento per le loro larve, mettendo a rischio la loro sopravvivenza.

Ma anche l’inquinamento luminoso ha fatto la sua parte impedendo ai due sessi di riconoscersi proprio nel momento del corteggiamento/accoppiamento.
Fonte: www.ambientebio.it