Xenotrapiantologia: Passato, Presente e Futuro delle Trasfusioni Interspecifiche
La xenotrapiantologia, dalle origini storiche ai trapianti moderni, affronta dilemmi etici ma offre speranza nella carenza di organi per i trapianti umani.
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La xenotrapiantologia, dalle origini storiche ai trapianti moderni, affronta dilemmi etici ma offre speranza nella carenza di organi per i trapianti umani.
Un ragazzo riceve una trasfusione di sangue di agnello sotto lo sguardo di Jean-Baptiste Denys nel 1667. (Wellcome Library via Wikimedia Commons (pubblico dominio))
La xenotrapiantologia, ossia il trapianto di parti del corpo non umane negli esseri umani, ha recentemente conquistato un ruolo di primo piano nella scienza biomedica. Negli ultimi due anni, questo settore chirurgico, una volta oscurato, ha raggiunto importanti traguardi, come ad esempio il trapianto di cuori e reni di maiali geneticamente modificati in pazienti in stato di morte cerebrale.
La storia della xenotrapiantologia è sorprendentemente lunga e costellata di numerosi fallimenti eticamente discutibili. Risale al XVII secolo con i primi tentativi vagamente scientifici del medico francese Jean-Baptiste Denys, pioniere delle trasfusioni di sangue. Nel suo primo esperimento documentato, Denys trasferì il sangue di una pecora in un ragazzo di 15 anni affetto da febbre cronica. Il ragazzo, secondo i resoconti, ebbe un recupero sorprendente, ma il suo destino a lungo termine rimane
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