Ue: Coldiretti, bene al rinvio di Nutriscore. Salva l’85% del made in Italy

Il rinvio della presentazione della proposta di regolamento sull'etichetta nutrizionale fronte-pacco salva l’85% in valore del made in Italy che rischiava di essere penalizzato dall’etichetta Nutriscore. [...]

Il rinvio della presentazione della proposta di regolamento sull’etichetta nutrizionale fronte-pacco salva l’85% in valore del made in Italy a denominazione di origine che rischiava di essere ingiustamente penalizzato dall’etichetta Nutriscore. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il rinvio al secondo trimestre del 2023 della presentazione della proposta di regolamento conferma le perplessità sull’etichetta a colori manifestate dall’Italia e da altri Paesi.

«Il Nutriscore è infatti un sistema di etichettatura fuorviante, discriminatorio ed incompleto che – sottolinea la Coldiretti – finisce paradossalmente per escludere dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. I sistemi allarmistici di etichettatura a semaforo  si concentrano esclusivamente su un numero molto limitato di sostanze nutritive (ad esempio zucchero, grassi e sale) e sull’assunzione di energia senza tenere conto delle porzioni, escludendo paradossalmente dalla dieta ben l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine».

«L’equilibrio nutrizionale – precisa la Coldiretti – non va ricercato nel singolo prodotto ma nell’equilibrio tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera e per questo non sono accettabili etichette semplicistiche che allarmano o scoraggiano il consumo di uno specifico prodotto. In questo modo si finisce paradossalmente per escludere eccellenze della Dieta mediterranea, dall’olio extravergine d’oliva al Parmigiano Reggiano, a vantaggio di prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Un approccio che va combattuto perché fuorviante e anche perché apre le porte al cibo sintetico, dalla bistecca fatta nel bioreattore al latte senza mucche, che rappresenta una minaccia letale per l’agricoltura italiana, la salute dei consumatori e la biodiversità del pianeta».

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