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La Teoria di Einstein trionfa: svelati 6 milioni di galassie e i segreti della gravità cosmica

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Un team internazionale di scienziati ha condotto uno dei test più imponenti della teoria della relatività generale di Einstein, analizzando la distribuzione di circa 6 milioni di galassie in un arco di 11 miliardi di anni di storia cosmica. Grazie ai dati raccolti dallo strumento DESI (Dark Energy Spectroscopic Instrument), i ricercatori hanno confermato che la gravità si comporta esattamente come previsto dalla teoria di Einstein, anche su scale cosmiche gigantesche. Questi risultati aprono nuove prospettive per comprendere fenomeni come la materia oscura e l'energia oscura, gettando luce sui misteri dell’Universo.

Un allineamento cosmico potrebbe svelare i segreti dell’universo

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Gli astronomi hanno scoperto un raro allineamento di due galassie che agiscono come lenti gravitazionali, ingrandendo la luce di un quasar distante. Questo fenomeno potrebbe permettere misurazioni precise della costante di Hubble, utile per capire l'espansione dell'universo. Grazie alla combinazione di dati di vari telescopi, tra cui il JWST, i ricercatori stanno studiando il comportamento della luce piegata dalle galassie per risolvere il mistero dell'energia oscura e la "tensione di Hubble", ovvero la discrepanza nelle misurazioni del tasso di espansione dell'universo.

Scoperta galassia estremamente bizzarra che sfida ogni spiegazione degli astronomi

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Una recente immagine catturata dal telescopio Subaru delle Hawaii mostra una galassia estremamente rara a triplo anello situata a circa 800 milioni di anni luce dalla Terra. Questa galassia, sfida le attuali teorie delle tradizionale classificazione delle galassie stabilita con le osservazioni di Hubble. Questa classificazione include galassie ellittiche, a spirale, irregolari e lenticolari. Le […]

Sappiamo finalmente cosa ha acceso le luci all’alba dei tempi

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Le galassie nane hanno giocato un ruolo cruciale nell'illuminare l'Universo primordiale, come rivelato dai dati dei telescopi spaziali Hubble e James Webb. Queste piccole galassie emettevano fotoni ionizzanti che hanno contribuito a trasformare l'idrogeno neutro in plasma, un processo fondamentale per la reionizzazione cosmica. Grazie all'osservazione dell'ammasso di galassie Abell 2744, i ricercatori hanno scoperto che le galassie nane erano più numerose e più luminose di quanto previsto, producendo una quantità di radiazioni sufficienti per completare la reionizzazione dell'Universo. Questo studio offre nuove intuizioni sull'evoluzione dell'Universo e sulle origini della luce cosmica.

Cos’è una pulsar? Tutto quello che c’è da sapere sui misteriosi ”fari dell’universo”

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Le pulsar sono stelle di neutroni estremamente magnetizzate e rotanti che emettono fasci di radiazioni elettromagnetiche dai loro poli magnetici. Scoperte nel 1967, queste stelle nascono dal collasso gravitazionale di una stella massiccia e sono conosciute per le loro rotazioni rapidissime, alcune completando una rotazione in pochi millisecondi. Le pulsar emettono impulsi regolari di radiazione che appaiono come lampi di luce radio. Esistono diversi tipi di pulsar, tra cui quelle radio e a raggi X. Grazie alla loro precisione, le pulsar sono utilizzate dagli astronomi per misurare fenomeni astrofisici, testare teorie fisiche e studiare le onde gravitazionali. Le condizioni estreme nelle pulsar offrono un laboratorio naturale per esplorare le leggi fondamentali della fisica.

Ora sappiamo perché l’Universo si sta espandendo sempre più velocemente

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L’energia oscura rappresenta il 70% di energia e di materia nell’Universo ma la sua natura rimane ad oggi sconosciuta. Tuttavia, una nuova ipotesi vedrebbe l’energia oscura legata ai buchi neri. Secondo l’astrofisico Kevin Croker, i buchi neri potrebbero contenere energia oscura e crescere insieme all’espansione dell’Universo, contribuendo all’accelerazione cosmica. L’idea di base si poggia su […]

Un oggetto inaspettato sta emettendo potenti radiazioni nello spazio

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Gli scienziati hanno scoperto che i fotoni ad altissima energia provenienti da V4641 Sagittarii, un microquasar situato a circa 20.000 anni luce dalla Terra, possono raggiungere energie di 200 teraelettronvolt (TeV). Questa scoperta, ottenuta attraverso l'osservatorio di raggi gamma HAWC in Messico, sfida la convinzione che tali radiazioni provengano esclusivamente da buchi neri supermassicci più distanti, come i quasar. V4641 Sagittarii, che presenta un buco nero di sei masse solari che assorbe materiale da una stella gigante, emette radiazioni simili a quelle dei quasar, suggerendo che anche i microquasar possano generare raggi gamma di elevata energia. Questa scoperta aiuta a migliorare la comprensione della radiazione cosmica e dei processi nei quasar.