Sulla stampa italiana fino a 6 pubblicità a settimana sull’industria dei combustibili fossili: la classifica dei giornali peggiori
Pubblicato l’ultimo capitolo dello studio di Greenpeace Italia e Osservatorio di Pavia che analizza come i media italiani raccontano (o non raccontano) la crisi climatica e in che misura siano in realtà dipendenti economicamente dall’industria dei combustibili fossili
Nell’estate più calda di sempre, tra eventi estremi e siccità record, carta stampa e telegiornali hanno aumentato l’attenzione verso l’emergenza climatica. È accaduto soprattutto in concomitanza delle alluvioni – Emilia-Romagna in primis – e delle ondate di calore, ma pare non sia bastato.
Contemporaneamente si è infatti assistito a un ritorno del negazionismo, è quel che è peggio è che anche alcuni esponenti di Governo non hanno fatto a meno di minimizzare l’emergenza.
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È quanto emerge dal nuovo rapporto che Greenpeace Italia ha commissionato all’Osservatorio di Pavia, in cui è stato esaminato, nel periodo fra maggio e agosto 2023, il modo in cui la crisi climatica è stata raccontata dai cinque quotidiani nazionali più diffusi (Corriere della Sera, la Repubblica, Il
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