Sgominata rete tunisina dell’immigrazione clandestina: se ne servivano anche i terroristi
Tre arresti, 18 indagati, oltre 40 perquisizioni. Sono i numeri di “Wet shoes”, una vasta operazione condotta dalla polizia nei confronti di esponenti di una organizzazione criminale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in Italia e con proiezioni all’estero. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona, scaturisce dalle indagini connesse all’attentato terroristico del 19 dicembre 2016 a Berlino, compiuto dal tunisino Anis Amri, che già negli scorsi anni hanno fatto emergere che i terroristi utilizzano i canali dell’immigrazione clandestina per entrare in Europa. I tre arrestati sono tutti tunisini, due sono stati portati in carcere, uno è stato posto ai domiciliari.
I legami tra terrorismo e immigrazione clandestina
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’organizzazione criminale, anche grazie a una fitta rete di complicità, era in grado di gestire l’approdo clandestino sulle coste della Sicilia di stranieri, in prevalenza nord africani, e di fornire loro supporto logistico e coperture per ottenere la documentazione necessaria per il trasferimento su tutta l’area Schengen. Tra gli stranieri intenzionati a raggiungere lo spazio europeo, attraverso i canali messi a disposizione dalla rete criminale, c’erano anche persone vicine a circuiti di combattenti
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