Session e costi folli: 10 album mangiasoldi
Dagli Happy Mondays di ‘Yes Please!’ ai Guns N' Roses di ‘Chinese Democracy’, come buttare via milioni di euro delle case discografiche in droghe e follie varie e vivere (quasi sempre) felici
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Fare un album è sì questione di musica e idee, ma anche di profitto. Le case discografiche, anche quelle cosiddette indipendenti, investono nei progetti per ottenere ricavi. Ci sono, però, artisti che hanno sperperato il budget messo a disposizione delle label, in alcuni casi quasi truffandole senza che queste potessero fare nulla per riparare. Ecco un campione di casi in cui genio e sregolatezza consentono di uscire dalla logica del profitto.
“Killing Is My Business… And Business Is Good!” Megadeth (1985)
Il primo disco dei Megadeth nasce dal rancoroso desiderio di rivalsa da parte di Dave Mustaine verso gli ex compagni dei Metallica dai quali è stato cacciato a causa dell’uso di alcol e droga e di instabilità emotive varie. Mette su i Megadeth che vogliono superare i Metallica da tutti i punti di vista: velocità, tecnica, brutalità, grafica, testi polemici con politica e società, e ovviamente uso di sostanze stupefacenti. Al gruppo viene elargito un anticipo cospicuo per le registrazioni, ma il quartetto se lo spara in droga, alcol e junk food, rimanendo con due spicci con i quali risulta impossibile
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