Scuole senza risorse, ma con il voto in condotta: ecco servita una riforma che ignora le vere emergenze
Il DDL 924-bis reintroduce il voto in condotta, determinante per la promozione degli studenti, ma che rischia di distrarre dai veri problemi della scuola italiana, dal precariato alle carenze strutturali. Ne avevamo davvero bisogno?
La riforma del sistema di valutazione nelle scuole italiane è stata approvata dalla Camera con 154 voti favorevoli, 97 contrari e 7 astenuti. Il DDL 924-bis è legge.
Il fulcro del dibattito è il ripristino del voto in condotta, che torna ad assumere un ruolo determinante nel percorso di studi degli studenti, dalle scuole medie fino alle superiori. Promosso dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, questo provvedimento si scontra con una visione educativa più inclusiva e meno punitiva, sollevando numerose critiche da parte di pedagogisti e insegnanti.
Cosa prevede il DDL 924-bis
Voto in condotta
Il voto in condotta valuterà il comportamento dello studente lungo tutto l’anno scolastico. Saranno presi in considerazione episodi di violenza e aggressioni verso docenti, studenti e personale della scuola. Con un 5 in condotta si verrà bocciati. Se il voto sarà inferiore al 6, lo
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