Scienziati scoprono un metodo di stampa 3D che rende il metallo 20 volte più forte

Molte stampanti 3D funzionano tramite un sistema chiamato fotopolimerizzazione, in cui una resina liquida si solidifica grazie a luce UV o laser. Il problema? Funziona solo con polimeri sensibili alla luce, quindi niente metalli o ceramiche. Alcuni metodi alternativi provano a trasformare un polimero stampato in un materiale più solido. Ma spesso il risultato è...

Innovazioni e Green Tech

Non si parte più dal metallo, ma da un idrogel: il materiale finale viene scelto dopo la stampa, aprendo nuove possibilità per oggetti resistenti e complessi

Ilaria Rosella Pagliaro

16 Ottobre 2025

©Alchemy EPFL cc by SA

Molte stampanti 3D funzionano tramite un sistema chiamato fotopolimerizzazione, in cui una resina liquida si solidifica grazie a luce UV o laser. Il problema? Funziona solo con polimeri sensibili alla luce, quindi niente metalli o ceramiche.

Alcuni metodi alternativi provano a trasformare un polimero stampato in un materiale più solido. Ma spesso il risultato è poco compatto e pieno di buchi, con oggetti che si restringono e si deformano troppo.

Il team del professor Daryl Yee, che guida il laboratorio ALCHEMY all’EPFL, ha scelto un approccio completamente diverso. Si parte da un idrogel semplice e trasparente, stampato in 3D con la forma desiderata. Poi si immerge in una soluzione contenente sali metallici. Questi sali entrano nel gel e si trasformano in


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