Richard Buckminster Fuller:Uno dei designer più famosi e prolifici dell’ultimo secolo
Richard Buckminster Fuller è stato un inventore e designer statunitense tra i più famosi e influenti di tutto il Novecento.
Le sue opere s’iscrivono all’interno della corrente filosofica da lui stesso concepita, la Dymaxion philosophy – dall’unione delle tre parole più rappresentative del suo pensiero dynamic, maximum e tension. Essa racchiude quello che fu l’assunto cardine del pensiero dello statunitense, ovvero do more with less – fare di più con meno, trarre il vantaggio maggiore utilizzando minore apporto di energia.
l’infanzia e la crisi
Richard Buckminster Fuller nasce il 12 luglio 1895 a Milton, in Massachusetts. Trascorre la sua infanzia in una fattoria del Maine dove si diverte a costruire strumenti in legno e barchette utilizzando materiali che trovava nel bosco vicino a casa e oggetti di recupero.
Dopo aver frequentato la Milton Academy, nel 1913 s’iscrive ad Harvard. L’esperienza universitaria dura però solo due anni: il giovane Fuller viene espulso due volte, la prima per aver festeggiato troppo animosamente assieme a una compagnia di vaudeville, la seconda per l’evidente disinteresse mostrato decidendo di non presentarsi agli esami di metà anno. Durante questi anni lavora durante le pause estive come meccanico prima e operaio in un’industria di confezionamento poi.
Nel 1917 sposa Anne Hewlett e si arruola nella Marina militare servendo per due anni come radiofonista e responsabile di una nave di salvataggio.
Di ritorno dall’esperienza militare, assume una carica manageriale all’interno di uno stabilimento di confezionamento carni fino al 1922, anno in cui muore la figlia Alexandra. Fuller attribuisce le cause della prematura scomparsa della figlia alle condizioni di vita umide in cui vivevano. Decide allora di fondare assieme al suocero una compagnia per la produzione di alloggi leggeri, impermeabili e ignifughi. I due depositano due brevetti, uno nel 1926 e uno nel 1927, ma l’azienda fallisce.
Il 1927 è un anno cruciale nella vita di Fuller. Disoccupato, in bancarotta e con una crescente preoccupazione derivante dalla nascita della figlia Allegra, Fuller partorisce idee suicide. Il suo piano è quello di sacrificarsi per fare sì che la famiglia possa intascare i soldi di un’assicurazione sulla vita. A un passo dal baratro, però, qualcosa in lui si accende.
l’epifania e il successo
Fuller riesamina gli aspetti della sua vita e trova un nuovo scopo. Capisce di non appartenere a sé stesso ma a qualcosa di maggiore: agli altri, all’Universo. Decide di trasformare la sua vita in esperimento e ricercare la maniera in cui un singolo individuo possa contribuire ad avvantaggiare l’intera umanità.
Ha così inizio un periodo d’intensa attività progettuale e relazionale. Fuller vive a Greenwich Village, un quartiere nella zona occidentale di Manhattan. Qui frequenta il cafè di Marie Marchand, in arte Romany Marie, luogo di aggregazione per tutta l’intelligencija bohemien del posto, frequentato, tra gli altri, dallo scultore Isamu Noguchi e dall’artista David Smith.
A questi anni risalgono i progetti di alcune delle opere più importanti dell’inventore: la Dymaxion house (1930) e la Dymaxion Car (1933).
Tra il ’48 e il 49’ Fuller insegna al Black Mountain College nella Carolina del Nord dove elabora, con l’aiuto di alcuni professori e studenti, la famosa Cupola geodetica.
Gli anni ’50 segnano per il designer la definitiva consacrazione e il riconoscimento internazionale. Collabora con numerosi architetti e artisti e tiene alla Southern Illinois University un corso di design science exploration che lo porterà ad ottenere il titolo di professore universitario nel 1968 e distinto professore universitario nel 1972.
Nei successivi vent’anni l’attività di Fuller procede spedita: deposita numerosi brevetti (saranno in tutto 28), scrive libri, tiene conferenze in tutto il mondo e vince numerosi premi, l’ultimo dei quali è la Presidential Medal of Freedom (medaglia presidenziale della libertà) ottenuta il 23 febbraio 1983 nel corso di una cerimonia presentata dall’allora presidente Ronald Reagan. Muore il 1° luglio del 1983.
Richard Buckminster Fuller brevettò la Dymaxion House una prima volta nel 1928 e, dopo averla ridisegnata, una seconda nel 1945.
Nelle intenzioni del progettista, la Dymaxion House si configurava come una modello abitativo rivoluzionario: un edificio economico, adatto ad ogni temperatura ed ambiente, leggero, semplice da spedire e da montare.
Il primo progetto nacque sul design di un silo di grano siberiano e progredì come una struttura rotonda sviluppata attorno ad un tronco centrale cavo.
L’interno era composto da design innovativi che comprendevano cassetti girevoli e a grandi blocchi che assolvevano più funzioni. Anche il bagno era concepito come un blocco di rame costituito da due parti collegate tra loro, la prima contenente i sanitari e il lavandino, l’altra una vasca ovale e una doccia.
Il Dymaxion Chronofile
Richard Buckminster Fuller ha voluto documentare la propria vita ogni 15 minuti dal 1920 al 1983.
L’imponente documentazione diaria che ne è risultata ha preso il nome di Dymaxion Chronofile, ed è oggi conservata negli archivi della Stanford University.
Il Dymaxion Chronofile si compone di appunti, schizzi, ricevute, ritagli di giornale, registrazioni audio e video. Contiene oltre 100.000 unità di carta e circa 1.700 ore di registrazioni.
Esso fu fondamentale durante gli anni della crisi, quando, rileggendo ciò che era stato fin allora della sua vita, Fuller si rese conto di come la parte migliore e più produttiva di sé fuoriuscisse nei momenti d’aiuto verso gli altri.
La Cupola geodetica
Richard Buckminster Fuller brevettò la cupola geodetica nel 1954 dopo averci lavorato per qualche anno in compagnia di alcuni studenti e professori del Black Mountain College nella Carolina del Nord.
Il brevetto di una prima cupola geodetica, in realtà, era già presente dal 1922 e portava la firma dell’ingegnere tedesco Walther Bauersfeld. Ciononostante, il governo degli Stati Uniti d’America concesse il brevetto all’inventore, il quale applicò il progetto all’ideazione di diverse strutture sia militari che civili (una delle quali fu donata nel 1967 al comune di Spoleto).
RICHARD FULLER: L’INVENTORE AL SERVIZIO DELL’UMANITÀ: Uno dei designer più famosi e prolifici dell’ultimo secolo, ha persino fondato una corrente filosofica
fonte: https://www.elledecor.com/it/people/a39446772/richard-fuller-biografia-progetti/