
Prestiti: quali possibilità oggi per i cattivi pagatori?
Lo scatenarsi dell’emergenza pandemica -ancora non del tutto superata- ha avuto un forte impatto sulla società non solo sotto l’aspetto sanitario, ma anche per ciò che concerne la sfera economica e finanziaria della popolazione di ciascun paese.
Difatti, nonostante le forti misure messe in campo dai vari Governi Centrali a sostegno dei redditi e delle attività produttive, gran parte del tessuto sociale si è trovato improvvisamente a dover fronteggiare situazioni di estremo disagio, tanto che la percentuale di italiani indebitati è aumentata del 3,6%.
In tali circostanze in tanti hanno avuto difficoltà ad onorare i finanziamenti contratti, -anche se molte Banche e società di erogazione hanno messo in atto specifiche campagne per la sospensione delle rate in corso- andando ad appesantire ulteriormente il fenomeno già abbastanza diffuso dell’inaccessibilità al credito. Il track record del rimborso di un ammortamento, naturalmente, può avere conseguenze anche su delibere future, e un rating basso, attribuito al consumatore in tal senso, crea difficoltà nell’erogazione di atri finanziamenti.
Forme di finanziamento per cattivi pagatori
Fra le specifiche opportunità di credito fruibili dai consumatori si possono segnalare: la cessione del quinto e del doppio quinto riservato a particolari categorie di dipendenti o pensionati; il prestito cambializzato -che richiede la presenza di una firma di avallo o una fideiussione-; il finanziamento con anticipo degli emolumenti futuri spettanti al dipendente; prestito tra privati sia in valuta fiat sia su apposite piattaforme per criptovalute.
Per quanto riguarda quest’ultima categoria, nell’immaginario comune si fa solitamente riferimento a forme contrattuali -non regolamentate- che prevedono un accordo fra due contraenti in via epistolare o con scrittura privata o, ancora, con scambio di garanzia -di solito è una cambiale su cui va apposta una marca da bollo per un valore del 12 per mille del totale-.
Oggi, l’operatività di nuovi soggetti nel settore creditizio ha dato vita a soluzioni per prestiti a cattivi pagatori, proprio per andare incontro alle esigenze di tutti quegli utenti non in possesso di uno scoring positivo. Quando si richiede un’apertura di credito, infatti, oltre a verificare la sostenibilità della rata rispetto al reddito percepito -sommato eventualmente a quello di coobbligati o garanti-, il primo approfondimento è effettuato solitamente nelle centrali rischi. Per aggirare eventuali dinieghi, oggi, è possibile rivolgersi a canali diversi da quelli tradizionali, aperti alla categoria messa in evidenza.
Come funziona il social lending
Tra gli addetti ai lavori il prestito tra privati è riconducibile invece ai network di social lending, particolari piattaforme estremamente veloci nella valutazione di un finanziamento e nell’attribuzione di un rating al richiedente.
In questo caso specifico la transazione è regolata completamente via web e i soggetti coinvolti nell’erogazione delle somme sono tre: l’utente che ha bisogno di credito; un investitore che, destinando a quest’attività una parte del proprio capitale, vuole ottenere un rendimento più alto rispetto a quanto offra il mercato del reddito fisso; il lendermarket, la figura che si occupa del corretto svolgimento dell’accordo, garantendone gli adempimenti.
Il social lending come forma di investimento alternativa
L’iter per accedere alle piattaforme di social lending è decisamente snello: la creazione di un account, infatti, avviene registrando i dati personali, caricando la documentazione richiesta e descrivendo i dettagli del progetto per cui si intenda richiedere un’apertura di credito; a quel punto la società effettuerà tutti i controlli del caso ed eventualmente approverà l’istanza.
Questo canale di erogazione nonostante sia molto recente, contrariamente a quanto si possa pensare, riscuote un notevole successo sia fra coloro che necessitano di un prestito sia tra coloro che vogliono mettere a reddito una parte del patrimonio personale in una nicchia alternativa di investimento: non è un caso che anche autorevoli organi di stampa facciano riferimento al P2P lending come ad una vera e propria asset class, da inserire all’interno di una diversificazione di portafoglio.