Pierpaolo Spollon: «C’è da fare lo scemo? Vengo io»

La «sostenibile leggerezza dell'essere» di Spollon. Storia di un ex cameriere simpatico che è diventato la star delle fiction italiane (vedi alla voce Che Dio ci aiuti). Grazie a un super potere: l'ironia

Scene di ordinaria comicità con Pierpaolo Spollon: «Eravamo ad Assisi sul set di Che Dio ci aiuti e c’era un gruppo di 25 suore. Tutte vestite di bianco, tutte con la testa chinata, dovevano passare sotto un’arcata. Ho avuto questa immagine: un gregge di pecorelle. Così prima mi sono messo a fare il verso della pecora e poi il pastore: le incitavo come fossi il loro guardiano». La gag ha funzionato e lui è stato contento: «Hanno riso tutte, e io con loro. Qualcuno potrebbe dire che non è rispettoso? Pazienza. Loro hanno riso». 

Spollon parla da un camerino, durante una pausa dalle riprese, la sua vita da qualche anno è dedicata quasi interamente al lavoro, una fiction dopo l’altra, tutte serie dai grandi numeri: Che Dio ci aiuti, La porta rossa, Doc, Blanca. Ruoli diversi: uno psichiatra che orbita in un convento, un ragazzo schivo, un medico appassionato e un villain. Trentatré anni, una vita tra Roma e Padova, Spollon è diventato uno dei volti più noti della serialità italiana sulla tv generalista. Oggi è appena tornato a interpretare lo


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