Piano coi tassi. Bankitalia tira (ancora) le orecchie alla Bce

Non è la prima volta che Ignazio Visco tira le orecchie a Christine Lagarde. Sì, con un’inflazione al 10,7% nella zona euro non c’è davvero da starsene a girare i pollici, i tassi andavano ritoccati al rialzo per rendere il denaro un po’ più costoso e frenare l’immissione di liquidità nel mercato, spegnendo la domanda. […]

Non è la prima volta che Ignazio Visco tira le orecchie a Christine Lagarde. Sì, con un’inflazione al 10,7% nella zona euro non c’è davvero da starsene a girare i pollici, i tassi andavano ritoccati al rialzo per rendere il denaro un po’ più costoso e frenare l’immissione di liquidità nel mercato, spegnendo la domanda. Ma c’è modo e modo di intervenire ed è qui che il governatore di Bankitalia ha più volte invitato l’Eurotower a usare i guanti e non certo la clava come fatto dalla Federal Reserve. L’ultima ramanzina, che segue a stretto giro la stoccata di Fabio Panetta, membro del board della Bce, per il quale “un inasprimento eccessivo (dei tassi, ndr) non è consigliabile” è arrivata in occasione di una lectio magistralis tenuta alla Camera e promossa dalla Fondazione Ugo La Malfa.

Già due settimane fa, in occasione della Giornata del Risparmio, e pochi giorni dopo la nuova stretta della Bce che il 27 ottobre ha portato il tasso di riferimento al 2%, con un rialzo di 0,75 punti percentuali, il secondo consecutivo dopo


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