Papa Francesco e l’Ucraina, 12 mesi dopo. La bussola di Faggioli

“Il sostegno del Santo Padre è stato essenziale per il nostro Paese. Nell’ultimo anno abbiamo ascoltato oltre cento discorsi e appelli del papa per la pace in Ucraina, un modo di incoraggiare gli ucraini a restare forti”. È quanto affermato da Andrij Yurash, ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, a Sky TG24. La visita di […]

“Il sostegno del Santo Padre è stato essenziale per il nostro Paese. Nell’ultimo anno abbiamo ascoltato oltre cento discorsi e appelli del papa per la pace in Ucraina, un modo di incoraggiare gli ucraini a restare forti”. È quanto affermato da Andrij Yurash, ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, a Sky TG24. La visita di papa Francesco in Ucraina “credo sia molto vicina, ma la risposta non può venire da me, verrà dal pontefice. Credo però che la data sia vicina”, ha spiegato ancora.

Com’è cambiata la posizione della Chiesa cattolica e della Santa Sede in questi dodici mesi di guerra? Ne parliamo con Massimo Faggioli, professore di Teologia storica alla Villanova University, in Pennsylvania, negli Stati Uniti.

Com’è cambiata l’interpretazione della guerra da parte del Vaticano in questo anno?

In Vaticano, nell’interpretazione dell’invasione russa dell’Ucraina c’è stata un’evoluzione in questi dodici mesi. Si è capito che non si poteva mantenere una neutralità assoluta: la Santa Sede deve essere tale per la sua posizione particolare nell’ordinamento internazionale, ma la Chiesa non poteva, davanti a un aggredito


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