
Nella caverna magica di Lino Capra Vaccina
Ha suonato con Battiato e lo ha influenzato ai tempi di ‘Aries’. Faceva world music quando la definizione non esisteva. È passato dai locali off alla Scala. Conversazione con un musicista di straculto
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Chiudo gli occhi. Mi trovo al Teatro Aliseo di Genova nel 1975. Sto assistendo alla performance di Franco Battiato contornato dal suo armamentario di sintetizzatori, organo, nastri e radioline. Franco improvvisa come è solito fare in questo periodo, ogni tanto accenna temi da Clic, ma per il resto a farla da padrone sono manipolazioni che nascono e muoiono durante quell’esibizione, quindi irripetibili.
Battiato non è solo sul palco, insieme a lui c’è un percussionista che colora le improvvisazioni. I due suonano insieme da tempo e creano un amalgama unico tra l’elettronica e le culture ancestrali rappresentate da quelle percussioni. Il musicista si chiama Lino Vaccina, ma tutti lo chiamano “Capra”. Proviene dagli Aktuala, band che ha rappresentato uno dei primi esempi di world music a livello mondiale. Una volta abbandonata tale formazione ha stretto questo sodalizio live con Battiato e insieme stanno attraversando la penisola suonando dove capita, a volte per una platea attenta, altre per un pubblico che – aspettandosi i brani di Fetus o Pollution – non entra in sintonia e si lancia in fischi e schiamazzi. Ma i
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