Monumenti inghiottiti dalle erbacce, fontane a secco e puzzolenti: tutto il degrado del patrimonio culturale viterbese

Il Palazzo di Vico è sommerso dalle erbacce, così come Porta Faul e la chiesa del Suffragio. Le fontane, invece, non hanno acqua ed emanano odori nauseabondi

Il centro di Viterbo è ricco di palazzi storici, monumenti e fontane. Un patrimonio vasto, ereditato in particolare dal Medioevo, epoca in cui la città era un agglomerato urbano attraversata delle rotte commerciali, coinvolto dai movimenti artistici e, soprattutto, centro del potere temporale e spirituale della Chiesa. Tuttavia, alcuni beni culturali di inestimabile bellezza e valore versano oggi in uno stato di degrado per certi versi avvilente. Nello specifico, alcune situazioni possono essere risolvibili con degli interventi neanche troppo dispendiosi, altre invece sono letteralmente disperate e rischiano di rovinare per sempre dei pezzi di storia che hanno resistito al trascorrere dei secoli. 

Il viaggio comincia dalla situazione più grave, forse disperata, che è quella in cui si trova il Palazzo di Vico, in via Sant’Antonio. Nel ‘300 era la dimora di Giovanni di Vico, ghibellino prefetto di Roma noto alla storia per le sue continue guerre armate contro lo Stato Pontificio. A causa dei litigi col Papa, questo stabile, risalente al 1200,  fu distrutto e poi ricostruito come lo si vede oggi affacciandosi dal ponte di San Lorenzo.  Negli anni


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