Microsoft, la scommessa miliardaria su OpenAI (che non è poi così open)

Con ogni probabilità il 2023 sarà l’anno dell’intelligenza artificiale, o perlomeno l’anno in cui irromperà con forza nella nostra vita professionale. Nelle scorse settimane ha fatto molto parlare di sé ChatGPT, un chatbot sperimentale creato da OpenAI in grado di consultare un’impressionante mole di dati, generare risposte convincenti e dialogare in maniera naturale con l’utente. […]

Con ogni probabilità il 2023 sarà l’anno dell’intelligenza artificiale, o perlomeno l’anno in cui irromperà con forza nella nostra vita professionale. Nelle scorse settimane ha fatto molto parlare di sé ChatGPT, un chatbot sperimentale creato da OpenAI in grado di consultare un’impressionante mole di dati, generare risposte convincenti e dialogare in maniera naturale con l’utente. E se finora si è trattato perlopiù di una curiosità accademica, una finestra sulle potenzialità dei sistemi IA nell’assistere i processi di tutti i giorni, nei prossimi mesi le aziende potranno integrare questa tecnologia nei propri processi.

La svolta arriva per mano di Microsoft, che nel 2019 aveva stretto una partnership esclusiva con OpenAI (suggellandola con un investimento da un miliardo di dollari) per potenziare la propria piattaforma di cloud computing, Azure, con l’IA. Una scommessa che sta dando i suoi frutti: lunedì il titano tecnologico ha annunciato di aver reso disponibile al pubblico generale Azure OpenAI Service, mettendo a disposizione dei clienti una serie di applicazioni IA – tra cui l’arcinoto DALL-E 2, in grado di generare immagini a partire da una richiesta scritta,


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