Meningite batterica: perché la vaccinazione antimeningococcica è importante e cosa è utile sapere
Due casi a pochi giorni di distanza, a Roma e a Sulmona, riaccendono l'attenzione sulla meningite batterica, malattia ad alta letalità per la quale la vaccinazione resta un’arma di prevenzione fondamentale. Nel nostro Paese c’è un’adeguata copertura vaccinale? Lo abbiamo chiesto a Carlo Signorelli, presidente del NITAG, National Immunization Technical Advisory Group
Due recenti casi di meningite batterica, a Roma e a Sulmona, i quali hanno determinato il decesso di una giovane donna di 27 anni e di un adolescente di 17, stanno riaccendendo l’attenzione sulla malattia con più alta letalità circolante in Europa, la cui percezione del rischio appare tuttavia bassa, salvo le situazioni epidemiche.
Con il termine meningite si fa riferimento infatti a un’infiammazione acuta delle meningi, ovvero delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia ha origine infettiva e può essere causata da virus, batteri o funghi. Mentre però la forma causata da virus è la più frequente ed è di solito meno grave, quella batterica, più rara, può comportare conseguenze molto serie, talvolta fatali.
I batteri che più frequentemente provocano la meningite batterica sono la Neisseria meningitidis o meningococco, lo Streptococcus pneumoniae (SP) o Pneumococco, l’Haemophilus influenzae tipo b (Hib) o Emofilo, per il quale il vaccino è obbligatorio in Italia dal 2017 per i nati a partire dal 2001.
Esistono cinque tipi di Meningococco (A, B, C, Y, W135),
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