Manuel Göttsching: sì, sviaggiare

Omaggio al geniale chitarrista e artigiano dei suoni morto lo scorso 4 dicembre. Dagli Ash Ra Tempel alla carriera solista, ha unito mondi distanti, portando la musica "altrove"
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È un anno triste per il kraut rock. Dopo la dipartita di uno dei re del genere, Klaus Schulze, è giunta la notizia della morte – avvenuta il 4 dicembre – di Manuel Göttsching. E forse non è un caso: i due erano destinati a reincontrarsi nello spazio dopo avere suonato assieme nel gruppo fondamentale del kraut “cosmic”, gli Ash Ra Tempel.

Una volta abbandonati i Tangerine Dream più estremi di Electronic Meditations, Schulze ne diventa il batterista, mettendo il sigillo su tre loro opere. La band è una creatura di Göttsching, chitarrista partito con l’idea di seguire la scia di un blues lisergico alla Jimi Hendrix o alla Jerry Garcia per poi trovare una via sperimentale personale e soprattutto rivolta allo spirito e all’universo. A questo scopo fonda quello che potremmo chiamare (almeno agli inizi) un cosmic power trio. Il primo album degli Ash Ra Tempel è infatti chiarissimo negli intenti, con il riferimento anche nella copertina al culto del dio sole egizio e a una ricerca di stati di coscienza sciamanici e alterati.

Per farlo, è necessario guardare oltre il


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