Lotta armata, attentati e dinamite: il curriculum di Alfredo Cospito, l’anarchico mai pentito
«Continuerò il mio sciopero della fame per l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo. Fino all’ultimo mio respiro. Alla censura e alle cortine fumogene dei media sono abituato. Che hanno l’unico obiettivo di mostrificare qualunque oppositore radicale e rivoluzionario»,
Alfredo Cospito, una storia di attentati e lotta armata
Questo è Alfredo Cospito di qualche settimana fa. Che, a sentire il difensore Flavio Rossi Albertini, “non ha una vocazione suicida, non vuole morire. Ed è pronto a interromperlo se dovessero sospendergli il 41 bis”. Si chiama ricatto allo Stato, ma non si può dire. Pescarese di nascita, una lunga militanza a Torino, la sua storia è fatta di ideologia anarchico-insurrezionalista e di azioni violente. Classe 1967, accusato di due attentati, è il primo anarchico a finire al 41 bis, disposto lo scorso maggio per quattro anni.
L’arresto per l’assalto all’Ansaldo e la gambizzazione di Adinolfi
All’età di 45 anni d’età fu arrestato per il ferimento del dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi e altri reati. Dalle sbarre non ha mai smesso di inviare ai suoi compagni in libertà proclami e dichiarazioni di guerra al sistema. Esaltando la lotta armata
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