La ‘pandemia silenziosa’ del mal di schiena e come prevenirne la progressione
Il mal di schiena, noto anche come lombalgia, sta per diventare una sorta di pandemia ”non ufficiale”. Entro il 2050, la condizione debilitante interesserà 843 milioni di persone, secondo le stime pubblicate sulla rivista scientifica The Lancet Rheumatology. Nella peggiore delle ipotesi, nel 2050, ovvero tra meno di 30 anni, potrebbero essere registrati fino a 933 milioni di casi di mal di schiena della durata di almeno 24 ore. Nel 2020, il numero di episodi di lombalgia è stato stimato in 619 milioni, secondo lo studio finanziato dalla Bill and Melinda Gates Foundation. Nel prossimo futuro, la previsione è che il mondo sarà abitato da 9,7 miliardi di esseri umani, come indicato dalle Nazioni Unite (ONU). Da qualche parte tra l’8,6% e il 9,6% della popolazione soffrirà di un episodio di mal di schiena debilitante entro il 2050. Sebbene la percentuale sia alta, potrebbe essere una sottostima, poiché i dati vengono ora raccolti quasi esclusivamente nei paesi ricchi. Il dolore lombare può essere causato da diversi fattori.
«La lombalgia può essere specifica, quando nasce da una frattura o da una
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