La corsa al gas, il Tap e l’energia nel Mediterraneo orientale
Al di là delle previsioni relative al 2023 sullo stoccaggio di gas, come inizia l’anno energetico italiano (ed europeo)? Le mosse dei big players, atlantici ed esterni, come impatteranno sullo stato dell’arte alla voce infrastrutture energetiche, in un momento in cui le nuove scoperte a Cipro (mescolate alle mire dei super players) fanno tornare di attualità l’Eastmed? Gli scenari energetici nel Mediterraneo Orientale, area in cui da tempo lavorano intensamente realtà come Eni ed Exxon, prendono le mosse dai ragionamenti su un’infrastruttura contestata, non solo dai movimenti pacifisti ma anche da certa politica, che invece si è rivelata un vero jolly per l’Italia: il Tap.
TAP
I numeri del gasdotto azero dicono molto: nel 2021 Tap ha trasportato in Europa 8,1 miliardi di metri cubi di gas. In quest’anno appena iniziato l’Azerbaigian conta di aumentare le forniture di gas all’Europa a 11 miliardi di metri cubi. A partire dal 2022, l’Azerbaigian ha esportato 9,3 miliardi di metri cubi di gas in Europa nei primi dieci mesi e si prevedeva che avrebbe fornito 11,5 miliardi di metri cubi
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