La controversia su Homo naledi: dubbi sulle sepolture e l’arte rupestre
Uno studio mette in discussione le affermazioni sensazionali sulle sepolture e l’arte rupestre di Homo naledi, sollevando dubbi sulla loro validità scientifica.
Homo naledi aveva mani e piedi simili ai nostri, ma un cervello molto più piccolo. (Cicero Moraes (Arc-Team) et al via Wikimedia Commons (CC BY 4.0))
La storia dell’evoluzione umana è stata oggetto di una revisione importante all’inizio di quest’anno, quando un team di ricercatori ha avanzato una serie di affermazioni sensazionali su un antico ominide noto come Homo naledi. Secondo questi ricercatori, nonostante avesse un cervello non molto più grande di quello di uno scimpanzé, questa specie estinta da tempo sembrava seppellire i suoi morti e decorare le loro tombe con segni astratti. Tuttavia, uno studio recente ha sollevato dubbi su queste affermazioni, mettendo in discussione l’entusiasmo suscitato da Homo naledi.
La controversia deriva in parte dal fatto che le prove sono nascoste all’interno di una grotta inaccessibile in Sudafrica. Solo il professor Lee Berger dell’Università di Witwatersrand è riuscito ad accedere alla presunta camera funeraria, ma ha dovuto perdere molto peso
LaCittaNews è un motore di ricerca di informazione in formato magazine, aggrega e rende fruibili, tramite le sue tecnologie di ricerca, in maniera automatica, gli articoli più interessanti presenti in Rete. LaCittaNews non si avvale di nessuna redazione editoriale. => DISCLAIMER