Ita, Msc e quei balletti travestiti da salvataggi. La versione di Stagnaro
Forse il passo indietro era da metterlo nel conto, visto l’andazzo delle trattative con Certares, una vaga aria di stallo industriale post elezioni e il ribaltone al vertice con l’addio improvviso di Alfredo Altavilla. E così, il destino di Ita continua ad essere avvolto nella nebbia. Continuano infatti i colpi di scena e i cambi di prospettiva nella privatizzazione dell’ex Alitalia, dossier ora nelle mani del nuovo presidente Antonino Turicchi.
Nella serata di ieri Msc, il leader crocieristico mondiale, ha deciso di sfilarsi definitivamente dalla partita, riaperta circa tre settimane fa dal Tesoro passato sotto la guida di Giancarlo Giorgetti con la fine della trattativa in esclusiva con il consorzio Certares, che oltre al fondo americano comprende la compagnia Air France-Klm. Il gruppo di Gianluigi Aponte, che a maggio insieme a Lufthansa aveva presentato un’offerta non vincolante, 850 milioni per l’80% di Ita, ha fatto sapere di aver già informato le autorità competenti di non essere più interessato a partecipare alla privatizzazione. Ora sulla carta rimane solo l’offerta di Certares, che sul piatto di milioni ne ha messi
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