Israele, Ilan Riess: «Ci siamo uniti per superare questo momento tragico»

Un avvocato israeliano: «Non c'è nessuno, qui, che non abbia una persona cara che abita nelle zone colpite. Non ci saremmo mai aspettati un'azione così crudele»

Dopo il durissimo attacco di Hamas, la tensione resta altissima. Le sirene di allarme risuonano nella zona centrale di Israele, a Gerusalemme e al confine settentrionale con il Libano. Intanto, il nuovo bilancio delle vittime israeliane continua a salire ed è arrivato a 800 morti e 2.500 feriti, di cui moltissimi gravi. Nelle mani di Hamas ci sarebbero anche circa 750 dispersi e un centinaio di americani e tedeschi.

«La situazione è molto difficile. Tanta gente uccisa, scomparsa, ferita», ci spiega Ilan Riess, un avvocato israeliano di brevetti, che vive a Haifa, ma che lavora in un’azienda di Tel Aviv. «Non c’è nessuno in Israele che non abbia una persona cara che abita nelle zone colpite o che non conosca qualcuno con parenti o familiari che abitano nelle zone colpite. Per esempio, i genitori di un nostro amico abitano al Kibbutz Beeri. Per fortuna, loro stanno bene».

Il Paese sta vivendo nell’apprensione e nell’ansia. «Tutti sono molto tristi», afferma Riess. Tuttavia, la popolazione israeliana sta


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