Il problema vero sono i rave party…

Il problema vero sono i rave party?

Secondo il rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO), le temperature in Europa sono aumentate di oltre il doppio della media globale negli ultimi 30 anni.
Le temperature estreme persistenti e gli effetti di questo riscaldamento si stanno già vedendo, con siccità persistente (e quella di quest’anno ne è un esempio piuttosto lampante), incendi, scioglimento dei ghiacci, mortalità eccessiva e raccolti insufficienti.
La relazione europea sullo stato del clima, prodotta dal servizio Copernicus dell’UE, avverte che, poiché la tendenza al riscaldamento continua, al calore eccezionale, agli incendi, alle inondazioni e ad altri fenomeni estremi legati alla crisi climatica, influenzeranno la società, in particolare colpendo le economie e gli ecosistemi.

C’è un nuovo studio, presentato su Nature.com, che lega le ondate di caldo estremo alle correnti a getto doppie presenti sull’Eurasia.
Le correnti a getto sono dei veri e propri fiumi di vento che corrono, in maniere quasi permanente e con direzioni stabilite su alcune zone del pianeta (è il motivo, per intenderci per cui per andare negli USA si impiega più tempo che per tornare).

Nello studio identificano l’Europa come un hotspot per le ondate di caldo, e si mostra tendenze al rialzo da tre a quattro volte più veloci rispetto al resto delle medie delle latitudini settentrionali negli ultimi 42 anni. Questa tendenza accelerata è legata ai cambiamenti dinamici atmosferici attraverso un aumento della frequenza e della persistenza degli stati di doppie corrente a getto sull’Eurasia.
Le occorrenze del doppio getto sono particolarmente importanti per le ondate di caldo dell’Europa occidentale, spiegando fino al 35% della variabilità della temperatura. Questi risultati forniscono la prova che, oltre ai fattori termodinamici, i cambiamenti dinamici atmosferici hanno contribuito all’aumento del tasso delle ondate di caldo europee, con implicazioni per la gestione del rischio e le potenziali strategie di adattamento che comunque viaggiano a rilento proprio per la mancata consapevolezza dell’establishment.

Dal 1991 al 2021, le temperature in Europa si sono riscaldate a una velocità media di circa 0,5°C ogni decennio. Ciò ha avuto risultati fisici visibili: i ghiacciai alpini hanno perso 30 metri di spessore del ghiaccio tra il 1997 e il 2021, mentre anche la calotta glaciale della Groenlandia, con temperature ben al di sopra delle medie stagionali (attualmente sono tra i 10 e i 18 gradi sopra le medie) si sta sciogliendo, contribuendo all’innalzamento del livello del mare.
Ah dimenticavo: nell’estate del 2021, la Groenlandia ha registrato la prima pioggia mai registrata nel punto più alto, la stazione Summit.

Fonte:
https://www.nature.com/articles/s41467-022-31432-y?fs=e&s=cl

https://www.theguardian.com/environment/2022/nov/02/europes-climate-warming-at-twice-rate-of-global-average-says-report

Inondazioni nella valle del Wye, Hereford, dopo la tempesta Dennis nel 2020. Fotografia: Christopher Furlong/Getty Images

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