«Il futuro dei pagamenti? Incentrato sulla smaterializzazione delle carte»

Parla Oscar Occhipinti, Direttore Marketing e Commerciale di BANCOMAT S.p.A., event supporter al Vanity Fair Stories: «Da circa 40 anni accompagniamo gli italiani in un’evoluzione sociale. Dal prelievo su strada alla rete POS, fino alla digitalizzazione. E continuiamo a guardare avanti, senza tradire i nostri valori: primo su tutti, la sicurezza»

Era il 1983 quando in Italia, per la prima volta, si affacciò la carta di debito. Uno strumento di pagamento destinato a diventare nel giro di pochi anni un elemento cardine nella vita di una larga fetta di popolazione. Seguendo le trasformazioni delle abitudini e ritagliandosi un ruolo fondamentale nel soddisfare nuove esigenze: ecco perché BANCOMAT S.p.A. ha nel suo dna, da sempre, lo spirito del cambiamento. «È una parola che fa parte del nostro percorso», afferma Oscar Occhipinti, Direttore Marketing e Commerciale dell’azienda, event supporter al Vanity Fair Stories, andato in scena al Teatro Lirico Gaber di Milano lo scorso weekend. «In circa quarant’anni di attività, abbiamo accompagnato gli italiani in un’evoluzione sociale, non solo economica».

Quest’anno il tema del Vanity Fair Stories è stato The change is you, storie che cambiano il mondo. Ecco, cos’è per BANCOMAT S.p.A. il cambiamento?
«Ripercorriamo la storia: nel 1983 è nata la prima carta di debito bancaria (BANCOMAT) valida su tutto il territorio nazionale per servizi di prelievo di contanti presso sportelli automatici (ATM) istituiti presso gli istituti di credito. Due anni dopo (1985)


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