I Campi Flegrei sono uno degli 8 maggiori emettitori naturali di anidride carbonica del mondo

Secondo lo studio ”Discriminating carbon dioxide sources during volcanic unrest: The case of Campi Flegrei caldera (Italy)”, pubblicato su Geology da Gianmarco Buono, Stefano Caliro, Antonio Paonita, Lucia Pappalardo e Giovanni Chiodini dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INVG), «I campi vulcanici flegrei appena ad ovest di Napoli, in Italia, sono tra i primi 8 emettitori di anidride carbonica vulcanica nel mondo. Dal 2005, il cratere della Solfatara, una delle tante depressioni circolari nel territorio lasciate da una lunga storia di eruzioni, ha emesso i maggiori volumi di gas». Attualmente  emette 4.000 - 5.000 tonnellate di anidride carbonica al giorno, equivalenti alle emissioni prodotte dalla combustione di circa 1,9 milioni di litri di benzina. Nei Campi Flegrei c’è attività vulcanica sin dalla prima eruzione circa 40.00 anni fa, con l'eruzione più recente nel 1538. Dagli anni ’50 in poi, ci sono state diverse fasi di attività. L'attuale ricerca fa parte del progetto strategico dell'INGV LOVE-CF: Linking surface Observables to sub-Volcanic plumbing-system: a multidisciplinary approach for Eruption forecasting at Campi Flegrei caldera (Italy). Gli autori del nuovo studio stimano che «Fino al 20-40% delle attuali emissioni di anidride carbonica provengano dalla dissoluzione della calcite nelle rocce, mentre il 60-80% provenga dal magma sotterraneo». Buono evidenzia che «Stimare la fonte dell'anidride carbonica è importante per ricostruire correttamente ciò che sta accadendo nel sistema magmatico e nel sistema idrotermale. Il nostro obiettivo è fornire uno strumento per discriminare meglio il contributo di anidride carbonica magmatica e non magmatica che possa essere applicato anche ad altri sistemi». Alla Geological Society of America, che ha pubblicato lo studio italiano sul suo giornale Geology, spiegano che «Quando il magma si sposta verso la superficie terrestre, la diminuzione della pressione sul magma provoca il degassamento, il rilascio di gas precedentemente intrappolati all'interno del magma, inclusi vapore acqueo, anidride carbonica e anidride solforosa. Gli scienziati monitorano i vulcani per disordini e possibili eruzioni utilizzando una varietà di osservazioni, rilevando terremoti e tremori legati al movimento del magma, effettuando misurazioni dettagliate della deformazione del suolo e valutando i tipi e i volumi di gas rilasciati in superficie dalle fumarole, aperture nella terra che emettere vapore e altri gas. Le eruzioni sono spesso precedute da maggiori flussi di gas, ma ciò non significa che ogni aumento delle emissioni di gas sarà seguito da un'eruzione. E’ anche possibile che l'anidride carbonica provenga da fonti diverse dal magma. Anche l'interazione tra i fluidi sotterranei caldi e le rocce ospiti può rilasciare anidride carbonica». L'INGV ha monitorato le emissioni di gas dal cratere della Solfatara dal 1983, fornendo una lunga registrazione delle variazioni di volume e composizione dei gas ivi emessi. In precedenza, confrontando i rapporti di azoto, elio e anidride carbonica nelle emissioni, i ricercatori avevano stabilito che i gas provenivano da fonti profonde di magma. Buono spiega che «Ci siamo concentrati principalmente sulla variazione geochimica, in particolare per l'anidride carbonica, l'elio e l'azoto, perché sono specie non reattive. Contengono informazioni su ciò che sta accadendo nel magma». Ma quando nel 2005 il Campi Flegrei hanno iniziato a mostrare un aumento dei fenomeni, i dati hanno cominciato a deviare dalle impronte chimiche dei magmi, un trend che ha continuato ad aumentare nel tempo insieme all'aumento delle temperature nel sistema idrotermale poco profondo. I fenomeni sono continuati e nel 2012 il livello di allerta è stato innalzato da verde a giallo, indicando che «C'è un'attività intensificata ma non una minaccia imminente di eruzione». Oltre a piccoli terremoti e maggiori emissioni di gas, i Campi Flegrei hanno subito anche deformazioni della superficie del suolo. I ricercatori dicono che «La circolazione di fluidi caldi nel sottosuolo potrebbe spiegare l'aumento delle temperature, la deformazione del suolo e l'aumento delle emissioni di gas: anche l'interazione di fluidi acidi caldi con la calcite nelle rocce rilascia anidride carbonica. I carotaggi delle rocce di studi precedenti rivelano che la calcite nelle rocce ha una composizione simile alle emissioni di gas». Gli scienziati stimano che «Il 20% -40% dell'anidride carbonica nel sito del cratere della Solfatara provenisse dalla rimozione della calcite nella roccia ospite». L'articolo I Campi Flegrei sono uno degli 8 maggiori emettitori naturali di anidride carbonica del mondo sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.

Studio INGV su Geology: nei campi vulcanici campani molteplici fonti di emissioni di anidride carbonica

[10 Marzo 2023]

Secondo lo studio ”Discriminating carbon dioxide sources during volcanic unrest: The case of Campi Flegrei caldera (Italy)”, pubblicato su Geology da Gianmarco Buono, Stefano Caliro, Antonio Paonita, Lucia Pappalardo e Giovanni Chiodini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INVG), «I campi vulcanici flegrei appena ad ovest di Napoli, in Italia, sono tra i primi 8 emettitori di anidride carbonica vulcanica nel mondo. Dal 2005, il cratere della Solfatara, una delle tante depressioni circolari nel territorio lasciate da una lunga storia di eruzioni, ha emesso i maggiori volumi di gas». Attualmente  emette 4.000 – 5.000 tonnellate di anidride carbonica al giorno, equivalenti alle emissioni prodotte dalla combustione di circa 1,9 milioni di litri di benzina.

Nei Campi Flegrei c’è attività vulcanica sin dalla prima eruzione circa 40.00 anni fa, con l’eruzione più recente nel 1538. Dagli anni ’50 in poi, ci sono state diverse fasi di attività. L’attuale ricerca fa parte del progetto strategico


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