Hacking Tools tascabili. E i modelli di sicurezza devono essere riscritti
Era la prima metà degli anni ‘80 e in Italia viaggiavamo a cavallo tra due fasi importantissime della storia della Pubblica Sicurezza: da una parte la fine degli Anni di Piombo, periodo che, anche grazie al Generale Dalla Chiesa, avrebbe visto ridisegnare le tecniche di contrasto al terrorismo; dall’altro lato, eravamo invece nel bel mezzo della Seconda Guerra di Mafia che avrebbe ridisegnato gli equilibri interni a cosa nostra dando spazio ai corleonesi e alla loro postura molto più aggressiva.
Nello stesso momento, oltreoceano, due giovani informatici e imprenditori stavano dando vita alle due più importanti aziende tecnologiche del secolo, Apple e Microsoft, nonché ai due tra i primi home computer basati su interfaccia grafica. Da quel periodo le due discipline, Pubblica Sicurezza e Informatica, hanno preso strade separate e solo nell’ultimo periodo tali discipline hanno iniziato a toccarsi in maniera sempre più profonda. Infatti, siamo agli albori di un nuovo modello di Sicurezza Urbana e, tralasciando tutti gli ausili che l’informatica ha dato al settore della Polizia Giudiziaria negli ultimi 20 anni e concentrandosi solo sulla Pubblica
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