Frana di Ischia, «l’uomo di fango», sopravvissuto aggrappandosi a una persiana

L'idraulico Peppe Di Massa si è salvato rimanendo tenacemente attaccato a un infisso per non farsi trascinare via, fino a quando non è stato portato in salvo dai vigili del fuoco

Lo hanno ribattezzato «l’uomo di fango». Giovan Giuseppe «Peppe Tubi Storti» Di Massa, 60 anni, idraulico, è diventato il simbolo della speranza nella tragedia della frana di Ischia, che ha ucciso (almeno) otto persone.

Trascinato dalla furia distruttiva dell’alluvione, si è salvato rimanendo tenacemente attaccato a un infisso per non farsi portare via, fino a quando non è stato messo in salvo dai vigili del fuoco. 

Sabato si era svegliato all’alba, quando ancora non era giorno. Ha preso l’auto e, da Porto Ischia, dove vive con la moglie e con il più piccolo dei suoi due figli, che lavora con lui nell’azienda di famiglia, si è diretto a Casamicciola, sottovalutando l’allerta meteo che era stata proclamata. Lì, in montagna, c’è la casa dove è cresciuto, quella dei suoi genitori, dove ancora oggi si rifugia per coltivare le sue passioni: cura l’orto e va a caccia. 

A Casamicciola, un boato sordo lo mette in allerta: Peppe esce dall’auto e viene trascinato dalla frana. Finisce in un seminterrato e il fango lo travolge, ma lui rimane saldamente aggrappato a un infisso e lì rimane per


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