Dal dietrofront del governo Meloni sull’Iva sugli assorbenti alle petizioni infinite: perché in Italia il ciclo è ancora un tabù

La legge italiana non contempla il congedo mestruale. Solo alcune aziende hanno iniziato a implementarlo in modo autonomo L'articolo Dal dietrofront del governo Meloni sull’Iva sugli assorbenti alle petizioni infinite: perché in Italia il ciclo è ancora un tabù proviene da Open.

«Hai le tue cose?». Dicerie, falsi miti, infinite perifrasi per nominarle: le mestruazioni ancora oggi rappresentano un tabù millenario, associato all’impurità, all’irascibilità e all’instabilità emotiva delle donne. Uno stigma che ha trasformato le mestruazioni stesse in un fenomeno invalidante e causa di esclusione da ambiti sociali. Un pregiudizio che affonda le sue radici in secoli di medicina, religione e filosofia che hanno stigmatizzato le mestruazioni. Anche di questo si occupa il Manifesto per la giustizia mestruale, lanciato di recente da WeWorld, un’organizzazione no profit italiana indipendente attiva in 27 Paesi. «Si parla di giustizia perché il ciclo mestruale non è una questione solo personale, ma di salute pubblica, politica e di diritti umani», spiega a Open Martina Albini, ricercatrice esperta sul


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