
Dagli abissi della Patagonia emerge la prova che le microplastiche sono ormai ovunque
Un piccolo frammento di plastica, invisibile a occhio nudo, racconta una grande verità: l’impronta dell’uomo arriva ovunque, anche nei luoghi più remoti del pianeta. È quanto hanno scoperto gli scienziati argentini a bordo della nave di ricerca Falkor (Too) durante la spedizione “Ecos de 2 Cañones”, che esplora i canyon sottomarini Bahía Blanca e Almirante...
La missione argentina “Ecos de 2 Cañones”, condotta dal Servizio di Idrografia Navale e dallo Schmidt Ocean Institute, ha scoperto microplastiche nei sedimenti dei canyon sottomarini della Patagonia
15 Ottobre 2025
@shn_argentina
Un piccolo frammento di plastica, invisibile a occhio nudo, racconta una grande verità: l’impronta dell’uomo arriva ovunque, anche nei luoghi più remoti del pianeta. È quanto hanno scoperto gli scienziati argentini a bordo della nave di ricerca Falkor (Too) durante la spedizione “Ecos de 2 Cañones”, che esplora i canyon sottomarini Bahía Blanca e Almirante Brown, al largo della Patagonia.
A circa 300 metri di profondità, i ricercatori hanno rinvenuto tracce di microplastiche nei sedimenti marini, un segnale inequivocabile di contaminazione ambientale anche in ecosistemi finora considerati incontaminati. Il campione è stato raccolto e inviato al Servizio di Idrografia Navale argentino (SHN), dove verrà analizzato per determinare quantità, tipologia e distribuzione delle particelle.
L’obiettivo è comprendere come la morfologia del fondale marino influenzi l’accumulo di microplastiche: in quali aree del
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