Crosetto si mette l’elmetto, già partita la corsa al riarmo. Il Governo punta ad aumentare le spese militari e prepara il sesto decreto per gli aiuti bellici a Kiev
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Sembra che le tensioni internazionali che rischiano di trascinare il mondo sul baratro del conflitto globale, non fermano il governo sovranista che sembra deciso a prendere parte alla corsa al riarmo che sta interessando gran parte del pianeta.
Questo almeno è quanto traspare dalle parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, rilasciate in un’intervista a Avvenire uscita ieri in occasione del giorno dell’Unità nazionale e della festa delle forze armate e in cui spiega che non è una contraddizione parlare di pace mentre si aumentano le spese militari.
Queste, secondo Avvenire, nel 2028 dovrebbero arrivare a toccare quota 104 milioni di euro al giorno. Investimenti che non servono a fare la guerra ma al suo esatto opposto come spiega Crosetto convinto che “la pace non è mai gratis” e che “è un’illusione pensarlo”.
Un dialogo franco in cui il ministro della Difesa, con grande franchezza, ha ammesso anche che è sostanzialmente scontato il varo di un sesto pacchetto per l’invio di armi a Kiev visto che la situazione nel Paese non è cambiata e non sembra destinato a farlo in tempi brevi.
Ma all’orizzonte non c’è soltanto il nuovo decreto di invio di armi perché lo stesso titolare della Difesa, in occasione delle celebrazioni dell’Unità nazionale e della festa delle forze armate, ha precisato ulteriormente quale sarà la strategia che intende seguire il governo di Centrodestra: “Il 4 Novembre è una ricorrenza che celebra la fine di un conflitto, e dunque la pace. Anche in questo ambito il ruolo delle Forze Armate è di primaria importanza: sulla Vostra efficienza e capacità di deterrenza si fonda, infatti, un avvenire di concordia”.
“Occorre ricordarlo, soprattutto in un contesto internazionale caratterizzato da minacce irresponsabili e continuative alla pace tra le nazioni” ha aggiunto Crosetto. Tra queste, ci tiene a sottolineare il co-fondatore di Fratelli d’Italia, spicca “la drammatica e illegittima aggressione all’Ucraina, cui stiamo cercando, come Paese e al fianco dei nostri Alleati, di rispondere, con ogni sforzo, per giungere a una cessazione del conflitto che tuteli i diritti inderogabili dell’aggredito”.
Questo perché, conclude Crosetto, “la libertà non è, infatti, un bene voluttuario, cui si possa rinunciare”.
La ramanzina di Bergoglio
Parole schiette che, però, si scontrano con quelle che poche ore dopo ha pronunciato Papa Francesco. Il pontefice, rimasto uno dei pochi a spingere per fermare le ostilità e tagliare le spese
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