Covid: le possibili conseguenze della diffusione di Omicron BF.7, la variante che sta dominando in Cina

Attualmente è Omicron la variante di Coronavirus più diffusa in tutto il mondo e di cui conosciamo già caratteristiche e sintomi. Il principale timore degli esperti, tuttavia, è che l'ondata di Covid-19 in Cina possa scatenare una nuova mutazione. Ecco le considerazioni dello scienziato Alessandro Vespignani, tra i massimi esperti mondiali di modelli epidemiologici e scienza delle previsioni

Non esistono dati ufficiali, eppure la crescita delle infezioni da Covid in Cina è un dato di fatto. La contemporanea riapertura delle frontiere da parte del governo cinese ha allarmato l’Organizzazione Mondiale della Sanità e vari Paesi, inclusa l’Italia, hanno disposto il tampone obbligatorio per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina. Di fatto, i test non obbligatori eseguiti a Malpensa dal 26 dicembre avevano già rilevato quasi la metà di individui positivi sui voli in arrivo dalle metropoli cinesi.

Sono passati quasi tre anni dal momento in cui la versione originaria del Coronavirus si è diffusa dalla Cina al resto del mondo, venendo successivamente sostituita dalla variante Delta, poi da Omicron e quindi dalle sue sottovarianti, che continuano ancora adesso ad affliggere molti Paesi. 
Il principale timore degli esperti è che il BF.7, ceppo ora dominante in Cina, possa generale nuovi problemi a livello virale. Questa sottovariante di Omicron BA.5 è estremamente abile nell’eludere l’immunità e si ritiene che stia appunto guidando l’attuale ondata asiatica. Tuttavia, ogni nuova infezione offre al coronavirus la possibilità di mutare e sappiamo che il virus si


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