
Consumatori vs produttori. Il derby che blocca la transizione energetica
Non esiste un’opzione B. Abbiamo un solo pianeta sul quale 8 miliardi di persone vivono e dunque il tema della riduzione delle emissioni e della transizione energetica è la priorità che ogni giorno deve occuparci e preoccuparci. L’Europa è il front runner nella difficile, e forse persa, sfida al cambiamento climatico. Altre regioni del mondo, […]
Non esiste un’opzione B. Abbiamo un solo pianeta sul quale 8 miliardi di persone vivono e dunque il tema della riduzione delle emissioni e della transizione energetica è la priorità che ogni giorno deve occuparci e preoccuparci.
L’Europa è il front runner nella difficile, e forse persa, sfida al cambiamento climatico. Altre regioni del mondo, come si è notato nelle assenze alla COP27 che si è recentemente conclusa in Egitto, lo sono meno. Ragioni di politica interna, di visioni di breve termine ed elettorali impediscono a certi Stati di adottare le misure necessarie per fronteggiare il problema.
A ben guardare, il tema della transizione energetica è cavalcato, giustamente, da Paesi consumatori di energie fossili (petrolio e gas). Ma vi è un’altra variabile dell’equazione che va tenuta in considerazione: quella dei Paesi produttori.
Ammettiamo che si compia la transizione energetica e che il mondo possa fare a meno del petrolio e del gas. Gli osservatori più realisti sanno che è un’ipotesi dell’irrealtà almeno nel medio periodo, ma è indubbio che è una situazione a tendere. Prendiamola dunque in considerazione. Non
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