
Citometria a flusso: le applicazioni in ambito medico
In ambito medico, con citometria a flusso si fa riferimento a una tecnica multiparametrica di laboratorio che viene impiegata per analizzare le popolazioni cellulari. Il termine “multiparametrica” indica che tale tecnica è in grado di analizzare simultaneamente diversi parametri relativi a cellule o particelle.
L’introduzione della citometria a flusso nella pratica clinica risale agli anni Settanta del secolo scorso e non c’è dubbio che essa abbia rappresentato una vera e propria svolta in tale ambito.
L’obiettivo che ci si poneva con la sua introduzione era quello di superare i limiti della microscopia ottica, una tecnica sfortunatamente non molto efficiente.
In questi ultimi decenni, inoltre, i progressi tecnologici hanno consentito di sviluppare macchinari tecnologicamente sempre più sofisticati. Ne rappresenta un esempio il citometro a flusso AHSI, di cui esistono varie versioni la cui scelta dipende dalle specifiche esigenze del laboratorio.
I principali componenti di un citometro a flusso
I citometri a flusso, altrimenti noti come citofluorimetri a flusso, sono apparecchi tecnologicamente sofisticati, ma volendo semplificarne al massimo la descrizione, possiamo descriverli come macchinari costituiti da quattro sistemi principali: un sistema di eccitazione che sfrutta la tecnologia laser, un sistema fluidico nel quale viene trasportato il campione da analizzare, un sistema ottico che rileva i segnali luminosi e un sistema elettronico che rileva i vari dati e li analizza.
Come accennato, negli ultimi decenni, i progressi tecnologici hanno consentito di mettere a punto citometri sempre più efficienti e di piccole dimensioni, rendendoli utilizzabili anche in laboratori di base.
Peraltro, non si può non sottolineare il fatto che uno dei maggiori plus della citometria a flusso sia quello di essere una tecnica relativamente poco costosa e con tempistiche di risposta estremamente brevi. Ciò la distingue da altre tecniche come per esempio la biologia molecolare che comporta costi rilevanti e ha tempistiche di risposta decisamente più lunghe.
Applicazioni della citometria a flusso in ambito medico
La citometria a flusso è una tecnica utilizzata in ambiti molto diversi fra loro. Per quanto riguarda più specificamente l’ambito medico, si ricorre a tale metodica in immunologia, in oncologia, in ematologia e nella ricerca sulle cellule staminali.
L’ambito nel quale la citometria a flusso ha visto la sua massima espressione è forse l’onco-ematologia, una specializzazione della medicina che si occupa della diagnosi, della cura e della gestione delle malattie oncologiche che riguardano il sangue e il sistema linfatico (come per esempio le varie forme di leucemia, la policitemia vera, i linfomi Hodgkin e non-Hodgkin ecc.).
In linea generale la citometria a flusso è sfruttata in ambito diagnostico, per la classificazione delle neoplasie, per il monitoraggio delle terapie intraprese e anche, nel caso di trapianti, per verificare la compatibilità tra il donatore e il ricevente, un passaggio fondamentale per ridurre al minimo la possibilità di rigetto.
Altri campi di applicazione sono l’analisi dei virus, del contenuto del DNA, delle cellule endoteliali, degli spermatozoi ecc. Serve anche per la conta cellulare, per l’analisi dei flussi di calcio, per la rilevazione di proteine fluorescenti ecc.
Altre applicazioni
La citometria a flusso non è utilizzata soltanto negli ambiti medici, ma anche nel settore enologico, nel settore veterinario, in quello ambientale e, in linea generale, in diversi settori industriali.