Articolo tratto dal numero di settembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Potrebbe essere il nome di un’amica, Gaia. E invece è quello di un’app che, attraverso un innovativo sistema di intelligenza artificiale, riesce a consigliare l’outfit migliore basandosi sullo stile dell’utente. L’idea è venuta in mente ad Arianna Pozzi, classe 2003, che racconta di averci pensato traendo spunto dalla quotidianità: “Da appassionata di moda ho sempre consigliato le mie amiche nella scelta dell’abito. In base alla mia esperienza, poi, ho realizzato quanto fosse complicato scegliere il look giusto, soprattutto perché non esisteva niente che permettesse di ricevere consigli in modo personalizzato”.
A soli 15 anni, nel 2018, Arianna ha creato Gaia my friend, coniugando la passione per la moda con quella per la tecnologia. A credere in lei, oltre alla famiglia, l’incubatore Enry’s Island, che ha scommesso nella sua idea, e la borsa di studio Startup University, rivolta a startup in fase pre-seed, grazie alla quale ha sviluppato il business plan. Oltre allo stile, l’app prende in considerazione anche le emozioni dell’utente, stabilendo una relazione basata sull’empatia: insomma, una macchina che decodifica i sentimenti, consigliando sia capi che l’utente ha caricato nel suo armadio virtuale, sia modelli che possono essere acquistati tramite l’app.
La piattaforma è dotata infatti di otto tipi di emozioni: felice, triste, sicuro, insicuro, arrabbiato, aggressivo, romantico e calmo. Prima di suggerirti cosa indossare, ti chiede come stai e, in base all’umore, suggerisce l’outfit più adeguato. Di robot ‘sensibili’ si parla ultimamente più spesso. E il caso della macchina senziente di Google ha aperto la strada a nuovi interrogativi: l’AI potrebbe mai sostituire l’uomo?
Arianna ha le idee chiare. “Non credo. Certo, con il passare del tempo l’intelligenza artificiale diventerà sempre più precisa e il confine tra naturale e artificiale sarà molto sottile. Non penso, però, che prenderà il nostro posto. Sono anzi fiduciosa possa diventare un ottimo supporto per la vita quotidiana”. Dopo una prima presentazione, il passaparola ha permesso ad Arianna di realizzare la sua idea. E stringere in poco tempo accordi con realtà del lusso quali Yoox, Coltorti, Stradivarius ed Endelea, che permettono l’acquisto dei propri capi direttamente dall’app. “L’utente, poi, può condividere i propri outfit all’interno della piattaforma e votare quelli della community”, spiega Arianna. Visto il successo, i finanziamenti non sono tardati. Prima una campagna di crowdfunding su Back To Work, poi la vittoria di un bando di Lazio Innova nel 2021.
“Oggi il team di Gaia conta otto persone, anche se, in base alle necessità, ci affidiamo a consulenti esterni. Lavoriamo tutti da remoto e organizziamo call di allineamento almeno una volta a settimana, ma ci sentiamo spesso anche su WhatsApp”. Intanto, oltre che a potenziare il numero degli utenti della piattaforma, Arianna mira all’espansione globale e all’implementazione di nuove funzionalità legate all’AI. “Un altro aspetto fortemente legato al mio business è la sostenibilità”, conclude. “E questo sia perché, grazie alla funzionalità della richiesta dell’outfit, cerchiamo di educare l’utente al riutilizzo di un capo, sia per i brand green che proponiamo attraverso la piattaforma, tra cui molti del mercato di seconda mano. Inoltre, sempre nel campo della sostenibilità abbiamo rilasciato la nostra collezione di prodotti realizzata in collaborazione con Upupa & Colibrì”.
L’articolo L’app di questa under 30 ti consiglia cosa indossare tramite un sistema di intelligenza artificiale è tratto da Forbes Italia.
Anche ora che l’attenzione è concentrata sul più grande successore (James Webb Space Telescope, o Jwst), il telescopio spaziale Hubble (o Hst) continua a fornire dati di eccellente qualità.
Dopo 32 anni di onorato servizio in orbita, Hst è un veterano dello spazio. Tuttavia non è affatto uno strumento superato, perché era stato progettato in modo da essere raggiunto dallo Space Shuttle per sessioni di manutenzione e aggiornamento degli strumenti. È successo cinque volte - nel 1993, 1997, 1999, 2002 e 2009 - quando il telescopio è stato “catturato” dal braccio robotico che lo ha sistemato sopra la baia di carico della navetta spaziale per permettere agli astronauti di effettuare lunghe e difficili attività extraveicolari e cambiare, di volta in volta, gli strumenti, sostituire i giroscopi difettosi che non permettevano più il corretto puntamento del telescopio, montare nuovi pannelli solari e sostituire schede di elettronica e parti del computer di bordo.
Particolarmente critica l’ultima missione del 2009, prevista diversi anni prima ma cancellata a causa del dramma dello shuttle Columbia, andato distrutto nel corso della manovra di rientro il primo febbraio del 2003. Visto che Hubble descrive un’orbita con una inclinazione molto diversa da quella della Stazione spaziale internazionale, nel caso si fossero verificati dei problemi con le piastrelle di protezione termica (che erano colpevoli dell’incidente), gli astronauti non avrebbero potuto fare affidamento sull’ospitalità della Iss. L’idea di abbondonare Hubble al suo destino, però, aveva scatenato le proteste del pubblico, tanto che la Nasa dovette tornare sulla sua decisione. Anche gli astronauti, pur consapevoli del pericolo, avevano insistito per partecipare alla missione dell’ultima manutenzione in orbita di Hst, effettuata con lo shuttle Atlantis.
La Nasa aveva però deciso di avere la navetta Endeavour pronta sulla seconda rampa di lancio, in caso ci fosse stato bisogno di una missione per aiutare l’equipaggio in difficoltà. È stata una delle rarissime occasioni nelle quali si sono visti insieme due Space Shuttle.
Per fortuna tutto andò per il meglio e quella dei due shuttle sulla rampa di lancio è rimasta solo una bella foto ricordo. Dopo ogni missione di riparazione orbitale, lo Shuttle, al quale era ancora attaccato Hubble Space Telescope, accendeva i motori e provvedeva ad alzare di qualche decina di chilometri l’orbita del telescopio. È una operazione effettuata per “allungare” la vita operativa del telescopio, che a poco più di 500 chilometri di quota è soggetto a un fisiologico abbassamento dell’orbita a causa dell’attività del Sole. Dal momento che una eccessiva perdita di quota metterebbe in pericolo il telescopio, la spinta dello Shuttle era il regalo di addio prima di lasciare la presa e liberarlo.
Dopo 13 anni dall’ultima visita, Hst è ancora in ottima forma e continua a fornire immagini mozzafiato. Ha puntato (e seguito) in scioltezza l’asteroide Dimorphos, per registrare i postumi dell’impatto della missione Dart. Con il veterano, si è cimentato anche il giovanissimo James Webb, la cui squadra non ha l’esperienza di quella di Hubble e ha fatto molto più fatica a seguire il moto dell’asteroide.
Le immagini di Dimorphos raccolte da Hubble e James Webb Space TelescopeLa nuova vita (privata) di Hubble, il più famoso dei telescopi spaziali 3
I loro dati saranno preziosi per capire la dinamica e le conseguenze dell’impatto, ma i due strumenti collaborano in modo sistematico perché operano a lunghezze d’onda diverse e le loro immagini forniscono visioni differenti degli stessi oggetti. L’inizio delle operazioni di Jwst, invece di mandare in pensione Hst, ha dimostrato la grande utilità dei dati raccolti dal vecchio strumento. È emersa quindi la preoccupazione di assicurare lunga vita orbitale ad Hubble, iniziando con il considerare come si potesse intervenire per alzare la sua orbita che, dopo l’ultima spinta che lo aveva posizionato a 560 chilometri, è scesa di 30. Niente di preoccupante, per il momento: il telescopio è ancora a una quota sicura, ma, se si vuole continuare a usarlo, prima o poi occorrerà porsi il problema.
Motivo per cui, visto che la Nasa non ha più la capacità di raggiungere il telescopio mentre descrive la sua orbita, ecco farsi avanti Elon Musk con il suo cliente miliardario Jared Isaacman che, dopo la missione “Inspiration4” del settembre 2021, vuole tornare nello spazio con la missione “Polaris Dawn” durante la quale ha l’ambizione di diventare il primo astronauta privato a fare attività extraveicolare. Poi, visto che l’appetito vien mangiando, non gli dispiacerebbe dedicare la seconda missione del programma “Polaris” alla cattura di Hubble per alzarne l’orbita e, magari, fare anche qualche lavoretto di manutenzione. Per aggrapparsi al telescopio potrebbero utilizzare il Soft Capture and Rendezvous System, una struttura circolare che era stata aggiunta nel corso dell’ultima visita per facilitare la “presa” dello strumento.
foto del Soft Capture and Randezvous System installato nel 2009, nel corso dell’ultima visita ad HSTLa nuova vita (privata) di Hubble, il più famoso dei telescopi spaziali 4
Lo scopo del cerchio metallico era legato alla procedura pensata per il rientro di Hst, una volta che avesse finito la sua attività in orbita. Nei piani originali, infatti, Hubble, conclusa la sua missione, sarebbe dovuto tornare a terra all’interno della baia di carico dello Shuttle per essere poi esposto in un museo. Tuttavia, sapendo che il programma Shuttle sarebbe terminato poco dopo l’ultima visita al telescopio, la Nasa aveva immaginato di sviluppare una missione robotica in grado di afferrare lo strumento per poi farlo deorbitare in modo sicuro e controllato. Il sistema di Soft Capture non era pensato per prolungare la vita del telescopio, ma nulla vieta di considerare questa eventualità. In omaggio alla nuova strategia basata su partnership pubblico-privato, l’agenzia spaziale statunitense si è dichiarata disponibile a collaborare con gli ingegneri di SpaceX, che dovrebbero apportare alcune modifiche alla capsula Crew Dragon per permetterle di afferrare Hst (che è grande come un autobus). Il che, bene precisarlo, senza che la Nasa abbia previsto alcun investimento per svolgere lo studio di fattibilità.
A chi gli dice che è un’idea insensata, Thomas Zurbuchen, amministratore associato per la scienza, risponde “We’re working on crazy ideas all the time. Frankly, that’s what we are supposed to do” (lavoriamo sempre allo sviluppo di idee folli. Francamente, questo è quello che ci viene chiesto di fare).
Considerando che ogni missione di refurbishing di Hst è costata circa un miliardo di dollari (tra Shuttle e nuova strumentazione), se un facoltoso privato volesse dare una spinta a Hst a costo zero, è probabile la Nasa ne sia solo contenta. Ovviamente dovranno essere sicuri che la manovra non rischi di distruggere l’iconico telescopio, ma gli studi di fattibilità si fanno per questo.
L’articolo La nuova vita (privata) di Hubble, il più famoso dei telescopi spaziali è tratto da Forbes Italia.
Torcha, il riferimento per l'approfondimento di economia e politica sui social media, ha aperto e quasi interamente sottoscritto un nuovo round di investimento nei giorni scorsi. Per l'azienda si tratta del secondo aumento di capitale ottenuto dal novembre 2020, pochi mesi dopo la nascita del progetto.
Oggi Torcha mira a crescere sia sui social che sul mercato, con una previsione di fatturato complessivo per il 2023 di circa 750mila euro. I primi investimenti del 2020 hanno consentito di strutturare un team di figure under 35 impegnato nello sviluppo dei canali Instagram e TikTok e nella produzione di contenuti. Una mossa che ha permesso all'azienda di essere a break even da inizio 2022.
Torcha leader nel branded content
Con il nuovo round, Torcha potrà affermare la sua leadership nel branded content, offrendo ai suoi partner commerciali contenuti che abbiano impatto e ritorno sempre maggiore e che al tempo stesso portino valore alla community e all'azienda stessa.
"In questi due anni siamo stati in grado di camminare con le nostre gambe" commenta Marco Cartasegna, founder di Torcha e tra i partecipanti al nuovo round di investimento, "ci siamo evoluti cercando di non cambiare però noi stessi, ci siamo adattati ad un contesto sempre più competitivo e siamo riusciti ad emergere ed affermarci: questa è per noi un’enorme soddisfazione, ma ora un po’ di boost non può che esserci d’aiuto per i progetti futuri".
"Durante le elezioni abbiamo fatto un lavoro straordinario: siamo l’unico new media ad avere offerto un confronto tra i candidati, un risultato enorme in un Paese come il nostro, abbiamo coinvolto influencer da milioni di followers per arrivare anche alle persone meno interessate ai programmi dei politici, abbiamo spiegato ed approfondito le tematiche più complesse. Uno sforzo che ha pagato: la community su Instagram e TikTok è cresciuta di più di 75mila persone nell’ultimo mese".
Il lancio del nuovo podcast
L'obiettivo di Torcha è quello di continuare a crescere, non solo sui social. Per il prossimo trimestre è previsto un ampliamento del team, con l’inserimento di figure a supporto della redazione impegnate nella produzione di contenuti, ma anche dedicate allo sviluppo commerciale del brand.
Il piano di sviluppo prevede anche la creazione di nuovi format che tengano sempre più i ragazzi al centro. Fa parte del progetto il lancio del nuovo daily podcast Mele, già in top Ten spotify e Apple Podcasts, che approfondisce ogni giorno i principali argomenti di attualità con interviste originali, storie di personaggi e spiegazioni efficaci per aiutare i giovani a crearsi un'opinione e riflettere.
L’articolo Torcha annuncia un nuovo round di investimento: ampliamento del team e nuovi format all’orizzonte è tratto da Forbes Italia.
Dal vincitore assoluto Gabriele Salvatores con Rai Cinema ai ‘maestri 2022’ a Federico Sella e la finanza sostenibile di Banca Patrimoni Sella; da Renzo Rosso e Arianna Alessi di OTB Foundation a Camilla Lunelli delle ormai mitiche Bollicine Ferrari, Suor Rosalina è la straordinaria Comunità Shalom al tour green della cantante Elisa; dal direttore delle Gallerie degli Uffizi in vetta alle classifiche dei musei del mondo alla ‘squadra’ sostenibile di Torino Social Impact; dai giovani anti bullismo di MaBasta al Robot Avatar di Brain Control.
E poi ancora gli ‘altri’ vincitori dei premi di categoria: IntesaSanPaolo, Lavazza, Terna, Mibact, Rai Sapiens, Emergency, Con i bambini, Rai Tre. Infine i nuovi partner di Champions for Change e 000, Intelligence of Things.
I maestri della responsabilità sul palco del XIX Premio Areté
Sul palco del XIX Premio Areté, presso il Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale all’Università Bocconi di Milano, sfilano i maestri della responsabilità, i premi speciali, il riconoscimento della giuria della stampa, quelli di categoria e l’assoluto. Una carrellata di personaggi straordinari in tutti i campi del vivere economico, sociale e culturale che hanno in comune i valori della responsabilità sociale d’impresa e della sostenibilità nella comunicazione e nel business.
A fare gli onori di casa Enzo Argante, Presidente Areté e il presidente della giuria Luciano Floridi, filosofo e docente della Oxford University e dell’Alma Mater di Bologna. Il presidente della giuria della Stampa è Alessandro Rossi, direttore di Forbes Italia. Per la prima volta nella storia del premio si affianca il gruppo La Finanza Amica di Areté con alcune delle società finanziarie che stanno contribuendo sensibilmente ai processi di sostenibilità nelle imprese: accompagnati da Enrico Carnevali, ad di Boutique Italia, saliranno sul palco per premiare i vincitori.
Protagonisti dell’evento le aziende pubbliche e private, non profit, fondazioni, media, istituzioni che si sono distinti nel proprio ambito per l’efficacia della comunicazione responsabile, presentando questi esempi virtuosi alla business community e all’opinione pubblica in generale. In primo piano i Maestri della Responsabilità 2022 che con la propria attività e immagine contribuiscono alla diffusione della cultura responsabile: Federico Sella, ad e direttore generale di Banca Patrimoni Sella & C., da sempre impegnata nel compiere scelte responsabili capaci di generare valore per la comunità.
Il professor Luciano FloridiXIX Premio Areté: sul palco i maestri della comunicazione responsabile 7
E ancora Renzo Rosso e Arianna Alessi della Otb Foundation, con centinaia di progetti di sviluppo sociale in tutto il mondo; Camilla Lunelli e le Bollicine Ferrari, grande nome dell’enologia mondiale e convinta sostenitrice della carbon neutrality; Suor Rosalina con le sue emozionanti comunità giovanili; la cantante Elisa (con l’imprenditore Andrea Rapaccini) per il tour Back to the Future. In conclusione, nel dopo evento organizzato a Fondazione Stelline, la lectio magistralis del professor Luciano Floridi con il gruppo de La Finanza Amica di Areté.
Di seguito le motivazioni e l’elenco dei premiati della XIX edizione maestri della responsabilità 2022
Federico Sella
Ad e direttore generale Banca Patrimoni Sella & C.
“Credo che siamo tutti sfidati, dal contesto e dalla storia, a dare profondità al concetto di sostenibile, a renderlo reale e concreto, specie nel momento in cui è inevitabile ripensare il nostro sistema di vita”.
Federico SellaXIX Premio Areté: sul palco i maestri della comunicazione responsabile 8
Suor Rosalina
Comunità Shalom
Giovani, fragili, sperduti. Il ‘miracolo’ della Comunità Shalom.
Renzo Rosso e Arianna Alessi
Renzo Rosso e Arianna AlessiXIX Premio Areté: sul palco i maestri della comunicazione responsabile 9
OTB Foundation
“Una straordinaria impresa che fa onore alla moda italiana nel mondo. Un gruppo industriale che ha tracciato un percorso di sostenibilità a 360 gradi. Intensa e concreta interpretazione della responsabilità con centinaia di progetti di sviluppo in tutto il mondo, grazie all’impegno di OTB Foundation”.
Elisa e Andrea Rapaccini
Music Innovation Hub
La musica e non solo in un entusiasmante e coinvolgente tour a basso impatto ambientale per diffondere il vero Green.
Camilla Lunelli
Cantine Ferrari
Con le sue mitiche bollicine in prima linea il gruppo progetta e realizza iniziative per proteggere la biodiversità e impegnarsi nel sociale.
Premi speciali 2022
Premio Formiche
Alessandro Tozzo con Giuseppe Antonio Malafarina
Avatar Brain Control
La tecnologia avanzata, innovativa, visionaria per l’inclusione reale, globale.
Premio Siamo Jedi
Marco Cazzato
MaBasta
Una giovane startup , fondata da un giovane per sparlare ai giovani del bullismo.
Digital Humanities
Eike Schmidt
Direttore Galleria degli Uffizi, fra i più prestigiosi musei e adesso anche grazie al digitale, fra i più frequentati al mondo.
Partnership 2022
Champions for change
Manuela Ronchi
Ecco lo Sport Social Responsibility, dai i trionfi azzurri, la sua forza e soprattutto i valori.
Intelligence of thing
Marco Santarelli
Il rapporto fra le persone e le macchine e le nuove dimensioni della parola sicurezza.
Premi Areté 2022
Premio giuria stampa
Torino Social Impact
Per la capacità di aggregazione e inclusione, con oltre duecento attori, istituzioni aziende centri di ricerca, terzo settore, per lavorare insieme a un’ecosistema sostenibile.
Impresa
Terzo posto: Sanofi
Per la costanza nella sensibilizzazione sulle malattie rare e per la vicinanza ai pazienti.
Secondo posto: Coop
Per essersi impegnata nella campagna contro il Covid anche per le vaccinazioni in Africa.
Primo posto: Lavazza
Per il forte impegno perseguito nella valorizzazione delle persone e dell’ambiente, divulgato ora anche attraverso l’arte.
Comunicazione pubblica
Terzo Posto: Unar
Per l’importante presidio costruito contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Secondo posto: Torino Social Impact
Per la forza dell’inclusione come collante di un modello di sviluppo condiviso e sostenibile.
Primo posto: Mibact
L’arte per raccontare le emozioni dei tempi di guerra o di pace che si ripetono nel tempo. Per affermare che l’Italia ripudia la guerra ed esprime piena solidarietà all’Ucraina.
Comunicazione sociale
Terzo posto: Save The Children.
L’importanza di tutelare i bambini per costruire un nuovo modello di futuro
Secondo posto: Acra
Tratta di esseri umani. Voce alle donne per ricordare un tema radicato anche in Europa.
Primo ex aequo Con i bambini
Perché la povertà educativa impedisce la consapevolezza di sé e del mondo.
Primo ex aequo Emergency
Con la storia di una mamma e della figlia l’impegno per i più deboli e contro ogni guerra.
Comunicazione finanziaria
Terzo: Euronext
Sostenibilità della finanza, con il lancio del primo indice Esg blue chip in Italia.
Secondo: Etica Sgr
Escludendo dagli investimenti dei fondi società e attività che hanno legami con la produzione e il commercio di armi (convenzionali e non convenzionali).
Primo: Banca Intesa Sanpaolo
Per il generoso contributo di competenze alle comunità educanti. Per superare insieme criticità, disagio verso un percorso educativo efficace.
Comunicazione Interna
Terzo: Vodafone
Per l’impegno profuso nell’avvicinamento delle discipline STEM alle giovani donne.
Secondo: Mastercard
Con questa iniziativa contribuisce arendere le persone partecipi degli obiettivi Esg.
Primo: Terna
Per l’intenso e costante coinvolgimento dei dipendenti sui temi sociali e ambientali.
Media
Terzo: Rai Documentari
Per dar forza alle donne con esempi del passato riferimento prezioso per le giovani donne.
Secondo: Facta
Per l’infaticabile lavoro contro le fake news.
Primo: Rai Sapiens
Per evidenziare l’implacabilità del cambiamento climatico, delle sue cause e dei suoi effetti, mentre il problema viene ancora da tanti negato.
Premio Assoluto: Fuori era primavera di Rai Cinema, regia di Gabriele Salvatores
Per la poesia del racconto di un periodo orribile dal punto di vista di migliaia di persone attraverso la collaborazione di istituzioni, associazioni di volontariato, scuole di cinematografia e comunicazione ed enti distribuiti in tutta Italia. Un racconto emozionante che contribuirà a far capire cos’è veramente successo durante la pandemia.
L’articolo XIX Premio Areté: sul palco i maestri della comunicazione responsabile è tratto da Forbes Italia.
Il lungo contenzioso tra il management di Twitter ed Elon Musk sembra volgere al termine: l'uomo più ricco al mondo avrebbe deciso di chiudere l'acquisizione di Twitter al prezzo dell'offerta originale: 44 miliardi di dollari. La notizia ha causato il rialzo del 15% delle azioni della piattaforma social e la sospensione delle contrattazioni.
L'offerta era stata presentata il 14 aprile scorso, dopo aver prima acquisito una quota di minoranza del 9,1% nella società e poi aver rifiutato la proposta di un posto nel consiglio di amministrazione. In seguito il miliardario aveva deciso di ritirare la sua offerta, e lo aveva fatto accusando, tramite i suoi avvocati, la stessa Twitter di “aver violato le Sezioni 6.4 e 6.11 dell’Accordo di Fusione”. Il quale, inoltre, “sembra contenere dichiarazioni sostanzialmente inesatte”.
In particolare, Musk si riferiva alla quota degli account falsi, che secondo la piattaforma sarebbero meno del 5% del totale, ma che invece, secondo gli analisti del miliardario, sarebbero molti di più. “Twitter ha costantemente dichiarato, nei depositi di titoli, che ‘meno del 5%’ dei suoi mDAU [gli utenti giornalieri] sono account falsi o spam. Sulla base delle informazioni fornite da Twitter fino a oggi, sembra che Twitter stia sottovalutando drasticamente la percentuale di spam e account falsi rappresentati nel suo conteggio mDAU. L’analisi preliminare da parte dei consulenti del signor Musk delle informazioni fornite da Twitter fino a oggi fa sì che il signor Musk creda fermamente che la percentuale di account falsi e spam inclusi nel conteggio mDAU segnalato sia enormemente superiore al 5%”.
Questa settimana, Elon Musk avrebbe dovuto sostenere una deposizione per il processo che sarebbe iniziato il 17 ottobre. Piuttosto di affrontare un lungo processo con il rischio di perderlo, Musk sembra aver deciso di procedere con l'acquisizione. Secondo quanto riportato dalla stampa, il team legale di Musk non si sentiva sicuro delle sue possibilità di avere un esito positivo dal processo. Secondo Forbes, anche con un informatore di Twitter ha affermato che i dirigenti dell'azienda non si sono mostrati disponibili a condividere le informazioni necessarie su questioni di sicurezza e bot. Elon Musk quindi stava combattendo una battaglia in salita.
L'idea di una super app
L'accordo è stato confermato anche da un tweet di Musk: “L’acquisizione di Twitter è una accelerazione verso la creazione di X, la app per tutto”. Il miliardario poi ha continuato: “Twitter probabilmente accelera la nascita di X da 3 a 5 anni, ma potrei sbagliarmi”.
Come modello, Musk ha in mente l’originale “super app”: WeChat, di proprietà della cinese Tencent. Nella prima riunione con i dipendenti di Twitter di giugno, Musk aveva menzionato WeChat, indicando che costruire qualcosa di simile potrebbe quintuplicare la base di utenti di Twitter, portandola a un miliardo di persone. “Non esiste un equivalente di WeChat fuori dalla Cina”, ha detto durante l’incontro. “C’è l’opportunità di crearlo.”
Il successo di WeChat già in passato aveva stuzzicato molti magnati della Silicon Valley; Musk è solo l’ultimo in ordine di tempo. I miliardari del tech, guardano da anni con invidia al modello di business espansivo di WeChat – messaggistica, social media, pagamenti – e alla mancanza di dipendenza dalle entrate pubblicitarie. Eppure il progetto di super app a stelle e strisce non ha mai preso ufficialmente piede.
L’articolo Elon Musk cambia idea: vuole di nuovo comprare Twitter per 44 miliardi è tratto da Forbes Italia.
Sono 214 i family office italiani e si concentrano in Lombardia, in particolare Milano: è quanto emerge dall’aggiornamento del censimento condotto dall’Osservatorio Family Office,
promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Centro di Family Business Management della Libera Università di Bolzano.
Lo studio analizza caratteristiche e comportamenti delle famiglie imprenditoriali italiane anche attraverso un questionario distribuito in maniera capillare. La ricerca si basa su un rigoroso censimento della popolazione italiana dei family office, il primo condotto in Italia e costantemente aggiornato, e su un questionario somministrato a tutti i soggetti attivi, oltre a interviste dirette e focus group con diversi stakeholder.
Cosa sono i Family Office
In Italia queste società che forniscono servizi di gestione del patrimonio a una (single-family) o più (multi-family) famiglie imprenditoriali sono un fenomeno relativamente recente, ma sempre più incisivo: i ritorni sugli investimenti nel 2021 sono stati infatti per la maggior parte al di sopra, o molto al di sopra, delle aspettative. Due terzi dei single family office hanno aumentato dal 2020 al 2021 il peso del private equity (in media pari al 14%) nella propria asset allocation, anche se tutti hanno dichiarato di volerlo fare crescere nei prossimi 5 anni.
Ma soprattutto, i single family office puntano sempre più la loro attenzione sull’economia reale: sono 94 i deal condotti dal 2016 ad oggi su imprese attive, di cui 67 con valore noto, per un totale di 532 milioni di euro di investimento, di cui 256 milioni solo nel 2021. Si tratta in particolare di aziende dell’Ict, dai portali alle piattaforme digitali, alle società fintech, fondate per lo più nel decennio 2011-2021 o in quello ancora precedente, con sede prevalentemente in Lombardia (56%) e Veneto (il 13%). Anche le considerazioni di natura ambientale e sociale (ESG) iniziano a essere rilevanti nei processi d’investimento e di asset allocation dei family office, tuttavia manca ancora una svolta decisiva verso l’adozione di metriche di finanza socialmente responsabile (SRI), soprattutto a causa dell’incertezza del momento e di una discontinuità troppo forte con la strategia che la famiglia ha perseguito storicamente.
I numeri dei Family Office
Il fenomeno dei family office in Italia ha registrato un’evidente accelerazione dal 2000: circa 140 dei 214 attualmente censiti (di cui 7 operanti all’estero) sono stati fondati nell’ultimo ventennio, più di 70 solo dal 2011. La grande maggioranza ha sede legale in Lombardia (59%), in particolare a Milano, seguono Veneto (12%), Piemonte (8%) ed Emilia Romagna (7%). Più della metà (52,8%) è rappresentata da multi-family office professionali, strutture formalmente indipendenti, aperte al mercato, che raggruppano professionisti per servizi di consulenza e gestione del patrimonio a più famiglie. Il restante 47,2%, che ha visto un vero boom dall’anno scorso (oltre 10 punti percentuali in più) in continuità con il trend dell’ultimo decennio, è invece composto da single family office, controllati da una sola famiglia che è anche la destinataria dei servizi.
Strategia, struttura e organizzazione dei Family Office
Dal sondaggio emerge una fotografia precisa dei family office italiani. Il 39% dei single family office serve una famiglia internazionale e la stragrande maggioranza (78%) ha una direzione di tipo famigliare, con in media sei professionisti a supporto di cui due nella gestione direzionale: nel 61% dei casi l’amministratore delegato (o ruolo equivalente) è un membro della famiglia, ha in media 58,8 anni e ricopre la posizione da quasi 14 anni. Il management del family office coinvolge 2 volte su 3 (65%) solo la generazione più senior, appena nel 33% dei casi l’azionariato è multigenerazionale.
Più della metà dei single family office ha già in essere, o sta valutando, accordi formali o informali per la continuità generazionale e la successione, benché un 31% non abbia ancora discusso il tema né voglia farlo del medio-breve periodo. La pianificazione della continuità passa prettamente attraverso l’educazione delle nuove generazioni: il 52% dei family office dichiara di aver già definito, in modo formale o informale, piani e programmi per educare alla proprietà responsabile i propri successori, e il 35% li sta valutando. Un altro tema che tocca tutti i family office è quello della protezione dei dati: gli intervistati dichiarano di aumentare di anno in anno il budget destinato alla cybersicurezza, con una crescita sostanziale stimata attorno al 30%.
Quanto ai multi-family office, metà di essi servono meno di 10 famiglie clienti, spesso internazionali (circa la metà dei membri hanno residenza o cittadinanza estera) e sono composti mediamente da 25 professionisti, di cui solo 4 hanno un ruolo all’interno della gestione direzionale. L’amministratore delegato (o ruolo equivalente) ha in media 54,8 anni e ricopre la posizione da circa 12 anni.
Le dichiarazioni dei responsabili dello studio
“Il rapporto family office 2022 approfondisce diverse tematiche rilevanti per le famiglie imprenditoriali italiane", commenta Josip Kotlar della School of management del Politecnico di Milano, responsabile dello studio insieme ad Alfredo De Massis della Libera Università di Bolzano. "La parola che meglio rappresenta il lavoro svolto in questa seconda edizione dello studio è ‘diversità’: spesso si parla dei family office", continua Kotlar, "come un tipo di organizzazioni omogenee, con molte caratteristiche ricorrenti, invece, grazie all’approccio diretto con il mondo dei professionisti e la raccolta e l’analisi di dati quantitativi e qualitativi, possiamo affermare che non è affatto così".
"Questa ricerca", aggiunge Alfredo De Massis, "punta a evidenziare che, seppur con velocità diverse, le famiglie stanno diventando sempre più professionalizzate e consapevoli, una spinta accelerata dal Covid e dall’ingresso delle nuove generazioni nella gestione del capitale. I family office sono ottimamente posizionati per diventare un motore importante nello sviluppo economico e sociale del Paese”.
L’articolo Le famiglie imprenditoriali italiane puntano sulle società digital e fintech. Lo studio dell’Osservatorio Polimi è tratto da Forbes Italia.
NFT, PSICOLOGIA E MARKETING Token non fungibili, o più semplicemente NFT, sono costantemente protagonisti di notizie che troviamo nel nostro quotidiano. Ma è difficile e a volte arduo trovare qualcuno che capisca appieno cosa siano o come funzionino. E anche…
Articolo tratto dal numero di agosto 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Ristrutturare e arredare immobili d’epoca è un’arte complessa. Una danza, tra passato e presente, che deve esaltare senza snaturare, proiettare nel presente facendo dialogare epoche e linguaggi diversi. Ma è anche un’arte da maneggiare con cura.
Il fondatore Pasquale Cataldi e Maria Sidelnikova, chief marketing officer.La società fiorentina che riqualifica le strutture storiche, dando vita a immobili di pregio 14
Lo sa bene Altus Lifestyle, società internazionale di real estate con sede a Firenze, che si occupa di riqualificare strutture storiche, dando vita a sviluppi immobiliari di grande pregio. Il suo fondatore, nel 2016, è Pasquale Cataldi insieme all’imprenditore italo-messicano Fabio Massimo Covarrubias e all’architetto Michele Morandi: un team a cui si è unita successivamente Maria Sidelnikova nel ruolo di chief marketing officer.
Diversamente da altri player del settore, Altus Lifestyle si occupa di tutte le fasi del progetto immobiliare, dall’acquisizione degli edifici fino alla progettazione degli spazi, dalla realizzazione dei lavori all’arredo. Con un obiettivo: esaltare il patrimonio culturale degli immobili, e offrire ambienti freschi e dallo stile contemporaneo, dove innovazione e tecnologia si intrecciano alla storia.
Situati tra Firenze, Milano ma anche all’estero, dalla Spagna al Messico, gli immobili Altus Lifestyle restituiscono lo spirito e le atmosfere dei luoghi in cui si trovano: “Ogni progetto ha una storia a sé, e ogni architettura va trattata secondo il suo genius loci: per questo non si può applicare lo stesso l’approccio progettuale a un palazzo storico fiorentino e a una location in Messico. Oltre al restauro, il palazzo storico va tutelato e valorizzato in tutte le sue caratteristiche architettoniche, senza operare in maniera invasiva ma, soprattutto, senza creare una competizione tra antico e contemporaneo”, spiega Morandi.
Dopo essere stati restaurati, gli affreschi, gli stucchi e gli elementi architettonici originali vengono messi in risalto attraverso sapienti sistemi di illuminazione che fanno emergere i dettagli, e attraverso arredi che si sposano con il loro carattere. “Alla base c’è sempre il rispetto delle memorie dell’edificio. Quando iniziamo un progetto, la prima cosa è saper leggere l’architettura dell’immobile e saper valorizzare i suoi aspetti più salienti. Solo dopo calibriamo il progetto”.
Tantissime, le sfide progettuali che ha dovuto affrontare la società. “La più importante? Sembrerà strano ma non è stato un palazzo di grandi dimensioni, bensì un appartamento di 300 mq sul Lungarno, a pochi passi da Ponte Vecchio: la difficoltà maggiore è stata quella di coniugare il restauro degli ambienti con l’installazione di un sistema impiantistico all’avanguardia. Grazie a un team di ingegneri siamo riusciti a creare ambienti pulitissimi, nascondendo tutti gli elementi visivamente poco piacevoli”.
Seguendo le esigenze del settore, ogni immobile Altus viene fornito già arredato. “In ogni proprietà, in Italia come nel mondo, cerchiamo di promuovere il design italiano. I nostri fornitori sono top brand come Poltrona Frau, Minotti, Giorgetti, Poliform, Moroso, B&B Italia, Rimadesio, Paola Lenti e altri”. Ma c’è anche un’altra particolarità: “Uno dei nostri principi fondamentali è quello di pensare all’arredamento fin da subito, anche attraverso la realizzazione di mobili ed elementi su misura: dallo zoccolino all’armadio, passando per le luci. In alcuni progetti, per esempio, abbiamo disegnato tutta l’illuminazione”.
A creare gli elementi su misura sono artigiani toscani: “Ci affidiamo a realtà di nicchia; ci piace lavorare con il falegname, il fabbro, parlare con loro e creare uno scambio profondo. La Toscana, ma anche tutta Italia, è ricchissima di queste eccellenze. I nostri artigiani sono professionisti meravigliosi”. Una filosofia, quella di promuovere l’artigianato locale, che viene applicata anche agli immobili oltreoceano.
Come è successo a Tulum con il progetto Mudra, un complesso di 12 appartamenti situati in una palazzina di tre piani in uno dei quartieri più in voga della città. Progettato dall’architetto Luis Alejandro Cuesta Perusquia, “è stato forse il nostro progetto più divertente. Qui abbiamo utilizzato materiali e tecniche locali, fondendole a un layout fresco e contemporaneo. Abbiamo fatto emergere le peculiarità architettoniche del luogo appoggiandoci ad artigiani della zona, che hanno creato piastrelle e altri elementi usando materiali poveri e naturali. Una dimostrazione che, a volte, lusso non fa rima con costoso. Tutto sta nel rispettare luoghi, atmosfere e tradizioni locali con semplicità e raffinatezza”.
L’articolo La società fiorentina che riqualifica le strutture storiche, dando vita a immobili di pregio è tratto da Forbes Italia.
Acquistare un abbonamento per lo stadio e pagarlo in tre rate. Per chi tifa Roma, ora è possibile. Ha avuto un ottimo seguito infatti l'accordo stretto tra Klarna, società attiva in tutto il mondo nel campo dei pagamenti flessibili e l'AS Roma, che una novità per i tifosi , per la prima volta per un club di Serie A, ha permesso di dividere la spesa per l’abbonamento in 3 rate e senza interessi. Un’alternativa al credito che permetterà loro di superare le barriere legate ai costi.
Sono stati infatti quasi 7.000 gli abbonati che hanno scelto questa modalità di pagamento inedita che a breve si estenderà non solo a tutti gli acquisti che riguardino il ticketing giallorosso ma anche all'interno dello store online.
“All’interno del Club ogni nostra decisione è presa con l’intenzione di offrire ai nostri tifosi un servizio sempre più accessibile e innovativo", spiega Paolo Monguzzi, venue business director di AS Roma. "In Klarna e nelle sue caratteristiche abbiamo trovato tutto quello che cercavamo: un’innovazione tecnologica che aiutasse i nostri tifosi a rendere l’esperienza di pagamento la più flessibile possibile. Siamo decisamente soddisfatti dell’esperienza avuta durante la fase di vendita degli abbonamenti e siamo certi che un numero sempre maggiore dei nostri tifosi usufruirà di Klarna per i propri acquisti anche nel corso dei prossimi anni”.
"La partnership con una squadra di calcio così prestigiosa rappresenta un ulteriore passo importante nel percorso di Klarna in Italia e non solo. Siamo orgogliosi di supportare i tifosi della AS Roma AS Roma e Klarna insieme per offrire ai tifosi un servizio di pagamento flessibile e di offrire loro flessibilità e scelta quando si tratta di acquistare i biglietti online e il merchandising della loro squadra", ha dichiarato Francesco Passone, country manager di Klarna in Italia.
Attraverso questa partnership, Klarna conferma e rinforza il proprio impegno in Italia, dove può contare già su più di un milione di clienti, attratti non solo dalle innovative soluzioni di pagamento offerte ma anche dalla collaborazione con oltre 8000 brand italiani e internazionali.
L’articolo Il “Buy now pay later” di Klarna conquista anche il calcio: accordo con la Roma sugli abbonamenti per lo stadio è tratto da Forbes Italia.
I risparmiatori, spesso decidono di allocare parte dei propri risparmi in investimenti remunerativi, in modo da ottenere un rientro in termini economici del denaro risparmiato.