
Bellocchio ha difeso Moro, ma non le ragioni della Dc. Scrive D’Ubaldo
Indubbio merito di Bellocchio è aver dato senso, a quasi mezzo secolo di distanza, al clima di cupezza che abbracciò i 55 giorni del sequestro e omicidio di Aldo Moro. Gli anni bui del terrorismo hanno il loro epicentro in questo episodio di eversione. Un colpo di Stato? Giovanni Galloni, all’epoca vice segretario vicario della […]
Indubbio merito di Bellocchio è aver dato senso, a quasi mezzo secolo di distanza, al clima di cupezza che abbracciò i 55 giorni del sequestro e omicidio di Aldo Moro. Gli anni bui del terrorismo hanno il loro epicentro in questo episodio di eversione. Un colpo di Stato? Giovanni Galloni, all’epoca vice segretario vicario della Dc, non ebbe mai dubbi a riguardo: si trattò del più grave attacco all’ordinamento della Repubblica che mai si concepì e produsse dal secondo dopoguerra in avanti. La democrazia italiana, senza ricorrere a misure eccezionali, quali la sospensione delle garanzie di libertà personali e collettive, seppe reggere alla prova. L’offensiva del terrorismo fu sconfitta nonostante la sua virulenza e ramificazione, non senza opache coperture a livello internazionale.
Moro poteva essere salvato? All’interrogativo “Esterno notte” risponde con la raffigurazione di un potere in stato confusionale, pervaso di ambiguità e impotenza. Al contempo i brigatisti, divisi al loro interno, su un punto erano fermi, e cioè sul cosiddetto riconoscimento politico che lo Stato avrebbe dovuto accettare, ammettendo l’esistenza di un “eversore legittimo” con il quale
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