Anche la Regione si schiera coi produttori laziali di cacio romano
L'assessore all'Agricoltura Righini ha promesso di attivarsi per il riconoscimento della Dop
La Coldiretti chiama, l’assessore risponde. Nuovo capitolo della storia del cacio romano, prodotto caseario tipico del Lazio, ancora a caccia del riconoscimento della Dop. Giancarlo Righini, assessore regionale all’Agricoltura, ha deciso di affiancare la Coldiretti per dare il giusto riconoscimento al particolare formaggio. Una presa di posizione importante che arriva pochi giorni dopo l’importante sentenza della Cassazione che, di fatto, ha spianato al cacio romano la strada verso la denominazione di origine protetta.
La vicenda giudiziaria
L’appellazione di “origine protetta” è attualmente attribuita ad un altro formaggio stagionato, il pecorino romano. Nonostante il nome, però, il 97% viene prodotto fuori dal Lazio, in larghissima parte in Sardegna, ma anche nella provincia di Grosseto. Da anni, i produttori caseari laziali stanno proponendo l’istituzione del “cacio romano” di origine protetta. Contrari all’iniziativa, i produttori del consorzio per la tutela del formaggio pecorino DOP, di stanza a Macomer, in provincia di Nuoro. Dopo la sentenza a favore dei produttori laziali arrivata dalla Corte d’Appello, a marzo la Cassazione sembra aver chiuso definitivamente la vicenda dando ragione ai produttori laziali: cacio e pecorino sono
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