Alessandro D’Andrea Calandra, L’urtimu maju in nome della libertà e della giustizia sociale

Un omaggio alla memoria della strage di Portella della Ginestra, profonda ferita nel cuore della storia del nostro Paese. Il cantautore agrigentino Alessandro D’Andrea Calandra pubblica “L’urtimu maju” (l’ultimo maggio), il nuovo singolo di uno straordinario talento made in Sicily.

Nel 1947, all’apertura del secondo dopoguerra, si tornava a celebrare il 1º maggio la Festa dei lavoratori, spostata al 21 aprile, ossia al Natale di Roma, durante il regime fascista. A Portella della Ginestra, nel comune di Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, migliaia di siciliani si radunarono per manifestare contro il latifondismo a favore dell’occupazione delle terre incolte e festeggiare la recente vittoria del Blocco del Popolo, l’alleanza tra i socialisti di Nenni e i comunisti di Togliatti.

Fu un primo maggio di sangue. Nel pomeriggio di quel giorno, un commando di uomini armati, legati a gruppi mafiosi e ad alcuni esponenti della destra, aprì il fuoco sui manifestanti. Tragico il bilancio: undici morti e oltre trenta feriti. Tra i caduti anche donne e bambini, vittime innocenti di un attacco che non aveva alcuna giustificazione. La strage sembrò essere una reazione violenta alla crescente mobilitazione popolare che minacciava di destabilizzare gli equilibri di potere.

Il cantautore Alessandro D’Andrea Calandra mette in musica e parole l’eccidio visto con gli occhi di uno dei sopravvissuti. Il contadino racconta i preparativi sin dal mattino (“Canta gaddu ca sugnu viglianti lu tintu è ‘un ci aviri nenti”), quando barda gli asini per raggiungere il corteo insieme alla sua famiglia (“Paru i sciccareddi oj parinu chiù beddi. Porta i picciliddi maju è cca pi’ d’iddi”). Poi le raffiche di mitra e il deflagrare delle granate che, in un primo momento, la folla interpreta come fuochi d’artificio organizzati per la festosa occasione (“Cu l’addumà sta gran maschiata?”). Infine la fuga e il silenzio per quell’ultimo maggio, in cui nemmeno i fanciulli furono stati risparmiati (“Currinu li sciccareddi chianginu li picciliddi càdinu”).

Alessandro D’Andrea Calandra, con il suo “L’urtimu maju”, vuole tenere viva la memoria su quell’evento e onorare quanti persero la vita in nome della libertà e della giustizia sociale. Il brano è disponibile anche su YouTube e Spotify.

Per seguire Alessandro D’Andrea Calandra: FB / IG / ST / TT / YT

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