L’Italia: Una nazione di deficienti
Ho scritto proprio un paio di giorni fa che non bisogna essere presuntuosi quando si scrive il proprio parere. Dunque, se scrivessi che i commenti al mio articolo sull’Ucraina sono commenti da deficienti, ci metterei ben poco a qualificarmi come incoerente oltre che borioso e presuntuoso. Ci sono tuttavia circostanze in cui si deve scegliere: o si fa i ruffiani e si cerca di mediare, magari chiedendo scusa, o si sceglie la via della sincerità, rischiando di apparire boriosi. E non potendo far violenza a me stesso, sarò sincero e ammetterò che della gran parte dei commenti negativi ricevuti sulla pagina Facebook del Detonatore, non ce n’è uno, dico anche solo uno, che meriti di essere considerato intelligente. E non perché contrari allo spirito del mio articolo, anzi. Io ho rapporti meravigliosi con gente che è all’opposto rispetto alle mie convinzioni. E detesto i leccapiedi, anche quando i piedi sono i miei. Un accordo totale su tutto non è richiesto nemmeno tra coniugi, figuriamoci tra un blogger e i suoi lettori. E tuttavia la sensazione di scoramento nel vedere quanto la gente sia stata rincoglionita dalla vita, alle volte pervade il mio animo. Non perché io sia disabituato alla bassezza che può raggiungere chi decide di commentare un articolo, che anzi scrivendo da quasi vent’anni, è una sorta di “rischio del mestiere”. Ma perché è un rincoglionimento che pago anche io che, sinceramente, rincoglionito non sono.
Un grande corsivista del passato, Ricciardetto, diceva che gli italiani sono un popolo geniale in tantissime cose ma che in politica sono sempre stati dei bambini. Ai tempi sarà parsa una boutade ma della profonda verità in essa insita, me ne sto accorgendo proprio in questi anni. La scelta di paragonare l’italiano medio ad un bambino non è casuale. Come un bambino, l’italiano pensa di poter pestare i piedi ai più grandi senza pagarne le conseguenze. Come un bambino, l’italiano pensa che ci sarà sempre qualcuno che si prenderà cura di lui anche quando i genitori saranno morti. Come un bambino, l’italiano non capisce che i capricci non cambiano la realtà. In sostanza, è come se il mio popolo vivesse immerso in un profondo infantilismo che fa tanta più rabbia quanto più gloriosa è stata la nostra storia, quanto più quel genio totalmente assente in politica, si esprima invece in altri campi.
E così l’italiano fa debiti, nella folle convinzione che se poi arriva il conto, ci sarà sempre qualcuno che pagherà al posto suo. Si disarma, illudendosi che ci sarà sempre babbo USA a difenderlo, ché se poi quel babbo non è tanto paterno oppure muore, ci sono tanti patrigni pronti a prendere il suo posto. Inneggia alla pace, credendo – come un bambino capriccioso – che dire “no alla guerra” e mettere le bandierine arcobaleno, sia un argomento efficace contro la guerra. Ma soprattutto, crede che la guerra sia opera del Male contro il Bene, quanto assai spesso non è altro che l’estrema conseguenza di un lungo percorso in cui, dietro il paravento della pace da salvaguardare, si sono compiuti dei soprusi ai danni dei pacifici. Il nostro paese sembra non rendersi minimamente conto che tutto il benessere e tutta la pace di cui ha goduto in questi ottant’anni, non sono figli di un’evoluzione della specie umana, ma una fortuita e irripetibile serie di coincidenze geopolitiche. Che invece di far riflettere le persone, le ha completamente infiacchite e rincoglionite. Ecco dunque il perché della sequela di idiozie che ho letto nei commenti al mio articolo. Che non contenevano nessuna argomentazione. Solo attacchi personali. Solo i capricci di sciocchi che si illudono che basta guardare con severo cipiglio chiunque cerchi di riportarli alla realtà dura e cruda.
La verità è che l’Italia è una nazione meravigliosa che tuttavia è ancora allo stadio preadolescenziale. Dove l’infante non si crea nessun problema di fare spese folli, di provvedere alla propria difesa, tanto ci sarà sempre qualcun altro che pagherà. E alla bisogna, si può sempre dare colpa al cattivo di turno, stavolta Putin, che, ohibò ma che brutta persona, osa fare gli interessi della sua nazione fino alle estreme conseguenze. Qualcosa che d’altro canto, dopo tanti anni di politica serva dei paesi stranieri, gli italiani non concepiscono più. Anche perché per costoro i problemi non si risolvono facendo sacrifici, rischiando qualcosa. Basta dire “No alla guerra”, basta stramaledire qualcuno. Una volta un tale disse che “tra tutti i guai e le sfortune che possono capitare agli italiani, non ce ne sarà una che non sia meritata”. Lì per lì la presi come l’ennesima sparata antitaliana. Ma da italiano che ha sempre amato visceralmente il suo paese, comincio a pensare che avesse ragione.
FRANCO MARINO
Fonte: Il Detonatore.it