Condoglianze di carta straccia: il lutto simulato della destra che detestava Michela Murgia
Una delle sue ultime battaglie era contro il sindaco leghista di Ventimiglia Glavio Di Muro che aveva negato ai migranti perfino l’acqua del cimitero, che utilizzavano per dissetarsi e ristorarsi nel caldo. “Regime fascista”, dove “un essere umano non ha neanche la dignità di un topo”, ha scritto Michela Murgia. E ancora: “Hai negato la più elementare dignità umana a persone senza niente altro che l’acqua del cimitero”. In quell’occasione era accorso baldanzoso il parlamentare di Fratelli d’Italia Gianni Verrino: “In tutte le civiltà, anche in quelle meno evolute, il culto, il rispetto, il ricordo dei defunti è sacro. Ovunque. Incommentabile l’esternazione di Michela Murgia su Ventimiglia e sul sindaco”.
Più che diverse, incompatibili
Ora Michela Murgia è morta, “il sacro rispetto dei defunti” è un’acquasantiera di piscio di quelli che esultano e a dissertarsi nel cimitero ci corrono loro, i politici, nella speranza che le condoglianze pronunciate a denti strette possano normalizzare l’allarme che Murgia ha lanciato fino all’ultimo. “Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia – ha scritto su Twitter la presidente
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