Pd, il Comitato costituente scelto col Cencelli delle correnti. Ma c’è un eroico senatore che chiede di scioglierle
Ci ha provato, Enrico Borghi. All’indomani dell’insediamento del Comitato costituente del Pd, il senatore ha lanciato un appello per lo scioglimento delle correnti, con tanto di buon esempio: ha dato l’addio alla sua, Base Riformista. Il beau geste, però, non sembra aver fatto presa sui compagni di partito, impegnati piuttosto nello psicodramma sulla validità o meno del “Manifesto del 2007” come punto di partenza del «percorso che porterà alla nascita del Nuovo Pd».
L’eroico Borghi solo contro le correnti. E “si dimette” da Base Riformista
«Tutti dobbiamo metterci in discussione, e rompere le catene che hanno sin qui imbrigliato le potenzialità del Pd. Per questo sono dell’opinione che tutte le componenti organizzate interne al partito, le cosiddette “correnti”, debbano lasciare il campo libero alla articolazione autonoma della dialettica e del pluralismo interno, ancor più perché rispondono a stagioni politiche completamente alle nostre spalle», ha scritto Borghi su Facebook, premettendo che «non so se le cosiddette “componenti”, e soprattutto le loro leadership, avranno il coraggio di fare un gesto che è al tempo stesso di generosità e di intelligenza politica». «Per ciò che mi riguarda, avendo inutilmente fatto presente questa mia posizione e richiesta all’esperienza di Base Riformista, e avendone riscontrato una volontà di auto conservazione che mal si concilia con la nuova stagione politica che attende il Pd, ho ritenuto di concludere unilateralmente la mia esperienza in tale contesto», ha spiegato il senatore.
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Insomma, Borghi si è “dimesso” dalla sua corrente, auspicando che «questo processo possa essere seguito a tutti i livelli del Partito, al fine di non condizionare in alcun modo i candidati che si paleseranno per la guida del nostro Pd». Allo stato attuale non risultano né l’apertura
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