Mali tedeschi, Berlino ritira le truppe dalla missione nel Sahel

È un effetto a cascata, in buona parte preannunciato: dopo Francia e Regno Unito, anche la Germania ha dichiarato la fine del ruolo svolto nella missione di stabilizzazione militare delle Nazioni Unite in Mali, prevedendo il ritiro completo entro maggio 2024 (i tempi in questi casi sono sempre lunghi sia per ragioni tecniche che, come vedremo, […]

È un effetto a cascata, in buona parte preannunciato: dopo Francia e Regno Unito, anche la Germania ha dichiarato la fine del ruolo svolto nella missione di stabilizzazione militare delle Nazioni Unite in Mali, prevedendo il ritiro completo entro maggio 2024 (i tempi in questi casi sono sempre lunghi sia per ragioni tecniche che, come vedremo, per evitare eccessivi sussulti politici).

I tedeschi erano parte di Minusma (acronimo della missione Onu) dal 2013, coinvolti dai francesi che in quegli anni avevano avviato un’iniziativa securitaria con l’obiettivo di salvare Bamako dalle mani dei qaedisti locali — e dunque bloccare un potenziale hub terroristico collegato all’Europa, ma anche costruire per Parigi un ruolo di riferimento all’interno del Sahel (tant’è che l’attività maliana era stata rapidamente allargata su uno scenario regionale).

Le cose sono cambiate nel corso di questo decennio. Il Mali non ha risposto positivamente all’attività francese, l’instabilità securitaria è diventata endemica nel Sahel, i gruppi jihadisti si sono propagati, lo scarso livello di sicurezza ha comportato un depauperamento delle possibilità di sviluppo e creato dinamiche di destabilizzazione istituzionale (in


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