
Caccia al cinghiale, nel Viterbese più di mille capi da abbattere in un anno
Approvato il piano di prelievo in selezione dei cinghiali nelle aziende faunistiche venatorie
Più del doppio, a volte anche il triplo, di cinghiali da abbattere fino ad ottobre 2023. La direzione regionale agricoltura, pesca e caccia ha approvato il piano di prelievo in selezione dei cinghiali nelle aziende faunistiche venatorie nella provincia di Viterbo. La proliferazione degli ungulati e la peste suina hanno convinto il Lazio ad ascoltare l’Ente produttori selvaggina di Viterbo che, visti i “gravi danneggiamenti alle coltivazioni e alle infrastrutture agricole interne alle aziende faunistiche venatorie causati dal cinghiale”, aveva chiesto di proseguire la caccia al cinghiale.
Dove si potranno cacciare i cinghiali
I piani di prelievo in selezione del cinghiale, per la stagione 2022/2023, si potranno realizzare nelle seguenti aziende faunistico venatorie: “Barbarano Romano”, “Borghetto” “Bucone”, “Canino”, “Carbonara”, “Casalone”, “Castel Bagnolo”, “Chiusa Farina”, “Filissano”, “Fondaccio”, “Il Voltone”, “Mezzano”, “Monti di Castro”, “Nepi”, “San Francesco”, “San Martino”, “San Salvatore”, “Settevene”, “Sugarella” e “Vejano”. Per ognuna di queste aziende, è stato specificato il numero di capi che si potranno abbattere, divisi per sesso ed età.
Quanti cinghiali si potranno abbattere
Sono in tutto 1123 i cinghiali che potranno essere abbattuti con
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